"Non c'è più tempo, il 15 maggio per tutto il sistema è l'ultima data utile per avere certezze e risposte su come, quando e se la Sardegna potrà essere nella lista destinazioni turistiche della stagione 2020 -, sottolineano le tre organizzazioni - È ora di agire, la Regione fermi questo triste conto alla rovescia: solo con scelte rapide, chiare e con una programmazione definita e puntuale sarà possibile evitare il disastro e salvare i posti di lavoro. È il momento di riprendere in mano il futuro della Sardegna".

E' l'appello congiunto lanciato alla Regione da Federalberghi, Confindustria e Confcommercio Sardegna, sintesi delle richieste di decine di migliaia di lavoratori del comparto turistico, che hanno anche avviato una raccolta firme per chiedere alla giunta Solinas di venire incontro alle loro istanze per sbloccare la Fase 2 dell'emergenza coronavirus anche per il settore vacanziero.

Il tutto alla luce di dati davvero disastrosi.

"Nella stagione 2020 - dicono i numeri diffusi dalle associazioni di settore - si perderanno 9 milioni e 698mila presenze: il 70% in meno di stranieri e il 59% di italiani. In più il fatturato degli alberghi sarà tagliato di 800 milioni di euro e si perderà il 67% dei posti stagionali, oltre 50mila lavoratori in meno. L'intero sistema turistico perderà oltre 2,5 miliardi di euro".

Dunque, dicono gli operatori, servono al più presto certezze. Modalità, regole, protocolli per riaprire in sicurezza e, ancora prima, avviare i lavori nelle strutture.

Inoltre, quanto prima, chiosano, gli addetti, occorrono indicazioni su chi, quando e come potrà arrivare nell'Isola per le ferie.

Altrimenti, già a partire dal primo luglio il crollo, per un settore che contribuisce per circa il 10-15% al Pil regionale, sarà ancora più pesante.

(Unioneonline/l.f.)
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