Il settore del turismo risente pesantemente delle conseguenze legate all'emergenza coronavirus e se il governo non lo inserisse nei piani per il rilancio dell'economia italiana "sarebbe un imperdonabile errore".

A richiamare l'attenzione sul comparto è Luca Patanè, presidente di Confturismo Confcommercio, il quale sottolinea come il campo turistico (per il 13% del Pil secondo il World Travel & Tourism Council - Wttc, il 15% dell'occupazione e 17 miliardi di euro di contributo al saldo attivo della bilancia commerciale secondo Banca d'Italia) sia al centro di una crisi inimmaginabile.

Ormai è certa la perdita di oltre 30 milioni di turisti italiani e stranieri nel periodo tra marzo e maggio, con quasi 90 milioni di presenze in meno nelle strutture ricettive turistiche ma anche di consumi nei ristoranti e pubblici esercizi, nello shopping, nei trasporti locali, nelle visite guidate alle città d'arte, ai musei, ai siti archeologici.

E le prospettive sono ancora peggiori. Sui quasi 200 miliardi di volume d'affari complessivo che il turismo genera - direttamente e tramite effetti su altri settori - le previsioni meno pessimistiche indicano una perdita nell'ordine del 60% da qui a fine anno. Fermi i viaggi degli italiani all'estero, almeno fino a estate inoltrata avrebbero dovuto essere 22,5 milioni.

(Unioneonline/s.s.)
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