Settecento aziende del Cagliaritano e del Sud Sardegna - con un ritmo di circa trenta al giorno - chiedono a gran voce di poter riaprire i battenti, nonostante le ordinanza di temporanea sospensione dell'attività a causa dell'emergenza Coronavirus.

A fornire il computo sono i sindacati, Cgil, Cisl e Uil, che oggi a Cagliari hanno incontrato il prefetto Bruno Corda.

Presenti al faccia a faccia i segretari Carmelo Farci, Mimmo Contu e Andrea Lai, che hanno riportato al Prefetto le istanze di imprenditori e lavoratori alle prese con una dura crisi a causa dell'epidemia di Covid.

"E' evidente che gli elenchi allegati al decreto rappresentino una indicazione di massima - spiegano i sindacalisti - ma deve essere chiaro che le deroghe vanno concesse dopo attenta valutazione sia dell'attività realmente svolta, sia del rispetto dei protocolli anti Covid19 che, purtroppo, non hanno la stessa applicazione in tutti i luoghi di lavoro".

Cgil, Cisl e Uil, dunque, chiedono alle istituzioni competenti, Prefettura, Spresal, Ispettorato del Lavoro ma anche alle associazioni datoriali, "massima collaborazione" e attenzione alle deroghe, "affinché si affronti questa difficile fase emergenziale con la unità d'intenti, per preservare la salute di tutti, lavoratori compresi".

All'ordine del giorno, anche la situazione sicurezza nei luoghi di lavoro, dopo la notizia dei contagi al call center Comdata di Elmas.

Al proposito, i sindacati hanno segnalato al Preftetto la "grave situazione" per chi non può stare a casa a proteggersi dal virus: operatori sanitari, lavoratori dei supermercati, delle poste e dei servizi finanziari, degli appalti legati all'assistenza domiciliare o di pulizia degli ospedali, delle aree industriali.

(Unioneonline/l.f.)
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