Metano avanti tutta.

Secondo Cgil, Cisl e Uil il percorso non deve essere cambiato, e lo hanno ribadito questa mattina in un sit-in davanti alla Prefettura di Cagliari.

L'obiettivo, richiamare l'attenzione delle istituzioni sulla necessità di proseguire senza intoppi sul processo di metanizzazione dell'Isola.

A fine settembre dal ministero dell'Ambiente è arrivato il parere positivo sulla compatibilità del tratto sud della dorsale, cioè l'ok al grande tubo sotterraneo attraverso il quale passerà il gnl, che farà risparmiare ai sardi 400 milioni di euro di costi energetici.

Il ministero di fatto ha autorizzato l'avvio dei cantieri (previsto per la seconda metà del 2020) delle imprese che dovranno costruire e installare a un metro e mezzo di profondità il tubo di 70 centimetri di diametro e lungo 580 chilometri.

Ma il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, in visita a Cagliari nei giorni scorsi, ha spiazzato tutti, parlando dell'elettrodotto che collegherebbe Sardegna e Sicilia ed esprimendo contrarietà rispetto alla richiesta di posticipare il phase out dal carbone dopo il 2025.

"Dichiarazioni improvvide", dice Gavino Carta, segretario generale Cisl Sardegna.

"La Sardegna si è stancata - le parole di Francesca Ticca, segretario generale Uil Sardegna -. Non è possibile che un'Isola possa non avere uno strumento che è la chiave di volta per la ripresa: il metano con l'autosufficienza".

"Il piano energetico ambientale della Regione Sardegna - fa eco Michele Carrus, segretario generale Cgil Sardegna - che prevede la metanizzazione è più ambizioso ed efficace della strategia energetica nazionale proprio rispetto agli obiettivi ambientali che si prefigge. Ed esso si fonda alla pari dell'intera strategia energetica nazionale sull'utilizzo del metano".

(Unioneonline/D)

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