Continuano gli interventi e i commenti a pochi giorni dall'annuncio dell'imminente taglio di 160 lavoratori all'interno della Rwm Italia di Domusnovas.

Il "Comitato Riconversione Rwm" di Iglesias sferra un duro attacco all’azienda: "La Rwm - recita una nota - ha preferito non stabilizzare la maggior parte dei propri lavoratori proprio in considerazione dell’alto rischio nell’azione commerciale che stava conducendo, ovvero esportare bombe d’aereo verso un Paese in guerra, operazione regolarmente autorizzata ma contraria alla normativa italiana (la legge 185 del ’90) ed internazionale".

Secondo il sodalizio che raggruppa 40 voci del pacifismo non solo sardo la Rwm si sarebbe in pratica inguaiata con le proprie mani investendo ed ampliando la propria pianta organica quasi unicamente in funzione della rischiosa commessa lavorativa (da 416 milioni di euro) pattuita nel 2016 con l’Arabia Saudita. "I lavoratori - è un altro dei passaggi - sono stati ingannati per anni da parte di un’azienda che mentre li rassicurava sulla legittimità del proprio operato in realtà pensava soltanto al proprio tornaconto".

Attaccando invece il chiudersi a riccio dell’azienda ad ogni ipotesi di riconversione la Confederazione Sindacale Sarda "invita Governo nazionale e regionale, politici, sindaci, sindacati e pacifisti ad unire le forze per individuare una soluzione duratura e sostenibile alla crisi della Rwm".

L'invito a fare fronte comune non muta comunque il giudizio della Css sull'azienda: "Si è mossa illegalmente aggirando la normativa e la decisione del Governo è arrivata anche troppo tardivamente". Sull’argomento interviene anche Vito Didaci, assessore ai Lavori Pubblici di Iglesias: "La mia posizione è in sintonia con quella espressa dal vescovo: dispiace ora di dover prendere atto dei licenziamenti quando si doveva lavorare per una pace vera da portare avanti con progetti diversi e su tavoli differenti".
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