È partito con il piede sbagliato il vertice romano al ministero delle Politiche agricole per definire il prezzo del latte. La parte principale, gli industriali, ha infatti scelto di non presentarsi, dando mandato di rappresentanza ai dirigenti nazionali di Assolatte, Paola Parziale e Massimo Fiorino, mentre sono presenti le rappresentanze dei pastori, il ministro Gian Marco Centinaio e i tecnici del ministero.

Da Roma arrivano le prime dichiarazioni contro l’assenza, definita "strategica", degli industriali.

Da parte di questi ultimi, infatti, c'è conferma che la proposta di 72 centesimi rimane per loro prioritaria.

Si ora attende la risposta dei pastori che hanno recepito l'assenza della controparte come un vero e proprio sgarbo.

"L'accordo deve arrivare prima delle elezioni regionali - hanno spiegato i vertici del Movimento dei pastori sardi - ribadendo che per loro rimane prioritario il documento approvato a Tramatza dove viene fissato il prezzo di partenza della trattativa a 80 centesimi il litro".

Elia Sanna

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LA REPLICA

"Nessuno sgarbo. Al Tavolo del latte siamo rappresentati dai vertici nazionali di Assolatte che hanno ricevuto mandato di portare le nostre istanze". Questa la replica dei trasformatori, industriali e cooperative, alle osservazioni fatte sulla loro assenza oggi al vertice convocato al Ministero dell’agricoltura. Al tavolo ci sono i dirigenti nazionali di Assolatte Paola Parziale e Massimo Forino. Hanno il mandato di rappresentare i loro associati della Sardegna

LA LETTERA

In realtà poco dopo hanno reso noto il contenuto di una lettera inviata al ministro dell'Agricoltura Gian Marco Centinaio gli industriali sardi hanno annunciato ieri la loro assenza al tavolo e la sola presenza dei vertici nazionali di Assolatte. Un’assenza spiegata col "mancato rispetto degli accordi assunti dalla parte agricola" durante il Tavolo del latte riunito sabato scorso in Prefettura a Cagliari e presieduto dallo stesso ministro Centinaio. Un tavolo davanti al quale gli industriali avevano fatto la proposta di 72 centesimi al litro. I pastori, viene spiegato in questo momento all’incontro di Roma, "si erano impegnati a interrompere qualunque forma di agitazione permettendo alle nostre aziende di riprendere la raccolta e l’attività di trasformazione e vendita dei prodotti. Avremmo così potuto dare certezze ai pastori e ai nostri dipendenti da troppi giorni impossibilitati a lavorare. Ma così purtroppo non è stato". Per questo, conclude la lettera inviata al ministro, “non ci sono le condizioni” per sedersi al Tavolo.

Piera Serusi

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