J.D. Salinger come Woody Allen, "entrambi predatori di teenager". L'accusa è di Joyce Maynard, scrittrice e, quando era ancora giovanissima, compagna dell'elusivo scrittore americano morto in eremitaggio 11 anni fa nella sua casa di Cornish in New Hampshire.

Il documentario di Hbo "Allen contro Farrow", che ha rinnovato le accuse di molestie sessuali sulla figlia adottiva Dylan contro il regista di Manhattan, è stata la molla emotiva che ha spinto la Maynard a rivisitare i mesi in cui fu sedotta dall'autore del "Giovane Holden": lei appena diciottenne, lui uno scrittore famoso di 53 anni.

In un articolo su "Vanity Fair", la Maynard traccia paralleli tra il caso Allen e la sua vicenda, denunciando "come la nostra cultura continui a distruggere le donne che osano raccontare la verità su quel che hanno subito per mano di uomini potenti".

Joyce racconta che, poco prima del 18esimo compleanno, Salinger cominciò a scriverle lettere che la indussero a credere che l'amava come mai in vita su: "Diceva che ero perfetta e brillante, ero la sua anima gemella e avremmo vissuto insieme per il resto dei nostri giorni. Io lasciai il college, abbandonai una borsa di studio di Yale e il book tour del mio primo libro. Mi cacciò meno di un anno dopo con parole di disprezzo, lasciandomi in uno stato di profonda vergogna durato per decenni".

L'intervento su "Vanity Fair", così come il documentario di Hbo per i film di Allen, ha creato una nuova chiave di lettura dell'opera di Salinger, la cui ossessione per le teenager era peraltro nascosta in piena luce sia nella biografia (i matrimoni e le relazioni con donne molto più giovani di lui) sia in alcune opere.

"Scrive in maniera casta ma eccitata delle sue eroine teenager" come Leah ("A Girl I Knew"), Barbara ("A Young Girl in 1941 With No Waist at All"), Phoebe Caulfield ("The Catcher in the Rye") o Esme' ("Per Esme - con amore e squallore"), aveva notato del resto anni fa il settimanale "New York". Nel saggio, intitolato "Predatori con un gusto per le teenager", la Maynard rivela di aver appreso nel corso degli anni di decine di donne che, come lei, avevano ricevuto lettere d'amore da Salinger quando erano ancora adolescenti. "In un caso, scriveva a una ragazza mentre io ero nell'altra stanza pensando che lui fosse il compagno della mia vita".

Maynard aveva già parlato del suo tossico rapporto con Salinger nel libro "At Home in the World" uscito nel 1998 e all'epoca aveva pagato con attacchi al vetriolo, proprio come Mia Farrow sei anni prima, all'epoca delle accuse contro Allen, la decisione di uscire allo scoperto con i particolari della relazione: "Una predatrice" aveva scritto all'epoca il New York Times, mentre il "Washington Post" l'aveva definita "incredibilmente stupida".

Oggi Joyce tira le somme: "Il movimento MeToo ha cambiato molte cose - ha scritto su Facebook dopo avere visto il documentario su Allen - ma molto resta ancora da fare".

(Unioneonline/F)
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