Lo sguardo su un'arte "errante", in movimento, dove oceani, deserti, catene montuose, non sono confini geografici ma vie di transito che collegano realtà differenti. E' online e in versione cartacea Aínas, il magazine internazionale di arte e cultura, diretto da Bianca Laura Petretto, condirettore Giorgio Giorgetti. Un trimestrale da collezione, a tiratura limitata, con una veste grafica elegante e raffinata. Sfogliando le cento pagine a colori si svela un universo di tele, dipinti, sculture, installazioni, performance artistiche, fotografie, nel segno dell'arte contemporanea. Una varietà di generi, stili, linguaggi, per creare suggestioni, bellezza, emozioni, e spunti di riflessione sull'attualità.

Il numero 10 di Aínas è annunciato da un video spot impreziosito dalle musiche di Paolo Fresu, il trombettista di Berchidda, conosciuto in ogni angolo del pianeta, che da oltre trent'anni con il festival Time in Jazz, crea un ponte tra le culture in un dialogo intercontinentale. Il trimestrale accoglie notizie e approfondimenti sui temi dell'arte, cultura, scienze, con i contributi di autorevoli critici ed esperti, ciascuno nella propria lingua, in una babele di suoni e segni. "Aínas, in sardo arnesi di lavoro, intercetta le intuizioni e le interessanti realtà artistiche da ogni latitudine, dal centro alle periferie del mondo", spiega Bianca Laura Petretto.

L'immagine di copertina, la "Chimica del pensiero" dello scultore trentino Willy Verginer, richiama il tema di questo numero, il risveglio, le consapevolezze. Attraverso il recupero in chiave contemporanea dell'antica arte dell'intaglio del legno degli artigiani dell'Alto Adige, l'artista dà vita a una "Natura Umana" annerita dal petrolio, a rappresentare una umanità che, dal degrado ambientale, emerge per riconquistare spazi di arte e bellezza. "Sculture massicce e voluminose che prendono vita nello spazio che le circonda", come scrive su Aínas Julio Cortázar, scrittore e saggista argentino. Atto di denuncia pungente e ironico contro la fragilità dell'ecosistema. Dal legno al tessuto, con le opere della francese Simone Pheuphine con i suoi microcosmi legati al mondo minerale e vegetale. Da qui ai lavori dell'artista sarda Anna Saba che fa dialogare graniti e marmo da cui affiorano rametti, ma anche rottami in ferro arrugginiti. A svelare la sacralità e purezza delle rocce antiche e la natura abbrutita dall'incuria. Il nuovo numero si apre con uno scatto di un viaggio sull'Himalaya della fotografa Marzia de Tavonatti che accompagna i versi di Giovanni Bernuzzi: "vita, magia di segni impercettibili che tracciano la via".

Di pagina in pagina l'arte si fa strada in una sequenza di spatole blu e forme accartocciate, mammuth, monoliti grafici e pittorici, forme e spazi cromatici scaturiti dalla fantasia dell'artista cileno Alejandro Robles. A far quasi da contraltare, Francesca Randi fotografa le "atmosfere dell'inconscio", per restituire gioie e tormenti, incubi e sogni colorati. Ci si lascia sorprendere anche dalle opere di Gigi Rigamonti" espressione di una libera conciliazione del rigore geometrico e della libertà creativa", come osserva Arthur Schwarz. La rivista ospita, tra le sezioni, quella dedicata alle ultimissime tendenze e proposte dell'arte contemporanea. In primo piano la performer brasiliana Gersony Silva con i suoi legamenti corporei turchesi e le installazioni di oggetti incatenati e surreali trasportati dalle nuvole. Territorio livre introdotto dal testo critico di Elza Ajzenberg, titolare della scuola di comunicazioni e Arti dell'Università di San Paolo e Alecsandra Matias de Oliveira, esperta in Arte visuale e membro dell'associazione Brasiliana della Critica d'Arte. Aìnas ospita una nuova iniziativa editoriale. Happy Hour Edizioni è una collana edita dal 2020 da Bianca Laura Petretto e diretta dallo scrittore e poeta Giovanni Bernuzzi, che l'ha creata nel 2010. Pubblica pochi titoli all'anno prevalentemente di classici moderni e contemporanei e propone in copertina un'opera di artisti internazionali presenti in Aìnas.

Nell'era del digitale Bianca Laura Petretto crede anche nel valore del magazine cartaceo. "Ainas è la realizzazione di un sogno. Ho condensato in questo progetto editoriale le mie esperienze, competenze, ma anche quanto scaturito dalle affinità e dal confronto con artisti, critici, scrittori, poeti incrociati nell'arco della mia vita in giro per mostre, festival, gallerie tra Sardegna, Italia, Europa, America, Brasile, India, Cina - racconta la direttrice - Is ainas faint is fainas: gli strumenti fanno i mestieri. Questo motto tratto dalla saggezza popolare della Sardegna accompagna Ainas con i suoi dieci anni di vita". Ogni numero è creato mettendo insieme come in puzzle idee, suggestioni, opere, testi critici e spazi di riflessioni. Un oggetto prezioso fatto di immagini e di idiomi diversi. Una Babele che pian piano collega, dialoga per restituire le differenti sensibilità e culture. E gettare una luce di creatività, bellezza e consapevolezza attraverso le sue finestre affacciate sull'arte e sul mondo.

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