Quanto e come hanno inciso i mesi di lockdown sulla filiera della raccolta e del trattamento degli imballaggi in plastica e quali indicazioni giungono da un periodo così difficile per prospettare un futuro di maggiore efficienza in questo ambito? Sono le domande cui ha provato a dare risposta uno studio avviato da Corepla, il Consorzio nazionale senza scopo di lucro per la raccolta, il riciclo e il recupero degli imballaggi in plastica, in collaborazione con SUSDEF la Fondazione Sviluppo Sostenibile.

E che premia l'Isola: la Sardegna è in fatti al top in Italia per la raccolta, con 31 kg pro capite all'anno.

La fotografia fornita da Corepla registra, in prima battuta, un incremento dell’8% dei quantitativi di rifiuti di imballaggio in plastica nel bimestre marzo-aprile 2020, in rapporto allo stesso periodo del 2019; un aumento, quest’ultimo, in controtendenza rispetto alla riduzione dei consumi (-4%) e della produzione dei rifiuti urbani (-10/14%) del medesimo periodo.

La quarantena ha indotto importanti modifiche nei comportamenti dei consumatori, che hanno privilegiato l’acquisto di generi alimentari imballati, incrementato gli acquisiti online e del cibo da asporto.

Nel secondo bimestre 2020 sono cresciuti anche i quantitativi sia dei rifiuti di imballaggio avviati a riciclo sia di quelli valorizzati tramite recupero energetico.

Nello stesso periodo, una forte criticità si è manifestata sia a causa della chiusura delle attività commerciali e produttive, sia per il brusco arresto dell’export dei rifiuti urbani: in 7 settimane di lockdown è stata bloccata l’esportazione di oltre 16mila tonnellate di rifiuti urbani.

In più, il blocco quasi totale del settore delle costruzioni ha fortemente ridotto l’utilizzo della porzione di imballaggi non riciclabili meccanicamente (Plasmix) come combustibile nei cementifici. Tale settore rappresenta il 75% circa dell’utilizzo del Plasmix.

Nel 2019 sono state oltre 1.370.000 le tonnellate di plastica raccolte in modo differenziato, ovvero il 13% in più rispetto al 2018. Un nuovo record in termini di quantità trattata, che porta l’Italia ad un procapite medio annuo di 22,8 kg.

(Unioneonline/v.l.)
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