Ricostruire il passato, la storia degli antenati, le proprie origini. È la molla che spinge tante persone a stilare l'albero genealogico familiare, tornando indietro nel tempo, di generazione in generazione. Questo è l'obiettivo da raggiungere: un lavoro meticoloso, impegnativo ma molto appassionante per chi lo svolge e ha la fortuna di poter sfruttare buona parte del tempo libero nelle ricerche di nonni e bisavoli. "Cercare i nomi, le date, i luoghi e i volti di chi prima di noi è appartenuto alla stessa famiglia ci irrobustisce, discendenti compresi", spiega un'appassionata di genealogia e di ricostruzione di alberi genealogici, Paola Sappia. "Lo faccio da 25 anni e ancora non mi sono stancata: ogni sistema è unico, con i suoi miti e i segreti familiari". Magari si viene a scoprire che un prozio aveva terminato i suoi giorni in un manicomio. O che un altro aveva fatto due anni di galera per contrabbando. Succede, è successo. E succede anche di vedere i talenti e le mancanze di un albero: dettagli tutti molto utili per il ricercatore.

Da dove partire? L'inizio è uguale per tutti e chiunque ci può provare. Il primo passo è andare ad ascoltare le storie direttamente dai propri parenti, iniziando dai più anziani: ci si arma di un quaderno e si trascrive tutto nel modo più preciso possibile, anche i nomignoli che possono sembrare sbagliati. Tutto è utile. E chi ha questa passione giura di aver visto scorrere lacrime di commozione al solo leggere i nomi di due bisnonni nel loro atto di matrimonio. Perché i documenti sono una fonte imprescindibile per poter sviluppare la ricerca e andare avanti nella ricostruzione del passato degli avi fino ai giorni nostri. Non è mai troppo tardi. Il grande numero di iscrizioni ai corsi di genealogia (anche online) confermano il crescente interesse, anche da parte dei sardi, in questo campo. C'è chi ha già fatto le sue ricerche ma intende completarle con i dati mancanti sotto la guida di un esperto. Un lavoro meticoloso che passa anche per le ricerche negli archivi, nei cimiteri, negli uffici di stato civile, nelle conservatorie dei registri immobiliari. Esiste anche la possibilità di veder pubblicato nel web il proprio albero genealogico in un sito specializzato, come MyHeritage, uno dei più autorevoli e accreditati, anche se non l'unico. La sede è in Israele: permette di pubblicare online gratuitamente fino a 250 individui per ogni singolo albero. I vantaggi che si possono trarre dalla pubblicazione sul web del proprio albero genealogico sono molteplici: se si pubblicano i dati di nonni e bisnonni è possibile ricavare determinati abbinamenti. Per fare un esempio reale, c'è chi ha scoperto che un suo antenato diretto di cinque generazioni fa è il bisnonno di una sua coetanea francese. In un caso si tratta del nonno della bisnonna mentre per la parente d'oltralpe è il padre di suo nonno materno. Intrecci incredibili che saltano fuori ripercorrendo la storia di un proprio antenato, magari vedovo, che si risposa, ha figli e così via procreando, di generazione in generazione. I mormoni hanno dato una grossa mano d'aiuto nella ricostruzione degli alberi genealogici in tutto il mondo. Per il loro credo religioso, infatti, hanno necessità di procurarsi i dati di quattro generazioni indietro, per identificare le persone del loro sistema familiare. Da qui i patti stretti dalla chiesa dei mormoni con gli Stati di tutto il mondo, tra cui l'Italia, dove i mormoni hanno potuto microfilmare le copie originali dei registri di Stato civile italiano.

Nel 2012 è sorta un'iniziativa che ha visto collaborare la chiesa mormone con il ministero dei Beni culturali e per il Turismo: ormai anche nel portale Antenati (www.antenati.san.beniculturali.it) si possono effettuare varie ricerche. In base a questi accordi sono reperibili anche in questo sito le immagini dei registri anagrafici. Tra le altre fonti anche i Quinque Libri (Liber Baptizatorum, Liber Confirmatorum, Liber Matrimoniorum, Liber Animorum e Liber Mortuorum, ossia Libri dei battesimi, Libri dei cresimati, Libri dei matrimoni, Libri dei defunti, Stati delle anime) la cui redazione fu sancita dal Concilio di Trento (1545-1563): quindi la nascita dell'anagrafe della Chiesa nasce ben trecento anni prima dell'anagrafe di Stato. In Sardegna questi preziosi documenti storici e demografici sono stati redatti nel tempo in sardo, in latino, in catalano, in spagnolo e infine in italiano. Chi volesse consultarli deve rivolgersi all'archivio diocesano di competenza, dove sono stati conservati dopo la compilazione a mano dai preti delle chiese parrocchiali. La qualità della carta, ricavata per lo più da stracci di stoffa e non dal legno, è eccelsa, così come la copertina di ciascun volume, in carta pecora.
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