Il Coronavirus ha spazzato via anche la "Giornata mondiale dell'autismo" che da anni si svolge anche a Settimo San Pietro su iniziativa di Mariolino Schirru, padre di un ragazzo autistico e con la collaborazione del Comune e di altre associazioni. Il paese però non rinuncia a ricordare l'evento. Il presidente del gruppo folk Nuraghe sono Fabrizio Ligas, ha addobbato il museo di via Verdi in occasione di questa ricorrenza, illuminando di blu lo stesso museo.

"Voglio così essere vicino a Mariolino Schirru che da sempre è il promotore della Giornata mondiale dell'autismo, ma soprattutto a tutti i ragazzi con questa patologia e ai loro familiari".

La Giornata mondiale si è sempre svolta a Settimo con grande risalto in tutta la Sardegna con manifestazioni culturali, sociali e sportive: "E' da tanti anni-dice Mariolino Schirru - che mi occupo del problema: ci sono stati tanti passi avanti anche attraverso lo sport: ringrazio i miei concittadini che anche in questa occasione, stanno comunque contribuendo a ricordare che l'autismo è una partita da vincere".

In merito c'è da segnalare un video messaggio degli atleti Special Olympics. "L'isolamento che stiamo vivendo oggi esalta ancora di più il valore di queste relazioni perché la totale esclusione dai rapporti sociali, in cui ci siamo ritrovati e che indistintamente affligge ed angoscia tutti, non è una scelta ma una condizione. Proprio come l'autismo che vive la sua paradossale Giornata Mondiale in isolamento: ma è forse proprio questo il nesso propizio in grado di accendere i riflettori su una tematica che, mai come oggi, può essere in grado di offrire un importante spunto di riflessione per comprendere come, nei rapporti con ogni persona, si possa andare oltre ciò che appare superficialmente. E' questo il significato di un breve video messaggio di quattro atleti Special Olympics. Persone con autismo che l'isolamento lo hanno già vissuto sulla propria pelle, come condizione di emarginazione sociale: frutto di un retaggio culturale che si fatica a superare e che porta la società ad etichettarli, ancora oggi, come diversi".
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