Prima che l'artista diventasse leggenda e la leggenda diventasse uomo, c'era un ragazzo, Amedeo Modigliani, che con la sua famiglia abitava e formava la sua poliedrica personalità a Iglesias, cuore della società mineraria mitteleuropea. Era qui che, a cavallo fra Otto e Novecento, stava per curare gli affari dell'impresa in cui suo padre aveva scommesso (male) tutto.

E il giovane Modì frequentava l'alta società, quella che si riuniva al Leon d'oro, grande albergo in piazza Municipio, proprietà di Tito Taci. È lì che conobbe anche sua figlia, la bellissima e sfortunata Medea, alla quale dedicò il suo primo ritratto perché tutti potessero ricordare il suo splendore prima che la meningite la portasse via poco più che bambina.

A cento anni dalla scomparsa dell'artista, per la stessa malattia del suo amore, una discendente dei Taci, Gabriella Meloni, ha svelato inedite curiosità del "periodo iglesiente" in un libro: "Modigliani a Iglesias fra storia, economia e arte" che domani (28 febbraio) sarà presentato alle 18 alle Maschili.

Nel corso della serata interverrà Luciano Ottelli, geologo, studioso e amministratore fra i più intraprendenti della moderna industria mineraria che ha saputo guidare anche verso la riconversione. Sotto la sua direzione e responsabilità Igea ha restaurato e aperto Porto Flavia al pubblico.
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