Un archivio di preziose testimonianze inedite della scrittrice sarda Grazia Deledda verrà acquistato dalla Biblioteca Nazionale Centrale di Roma.

La notizia, che arriva al termine di una trattativa privata con la casa d'aste Finarte, anticipa un vendita che era stata prevista per il prossimo giovedì: l'istituzione bibliotecaria ha, infatti, trovato un accordo in anticipo sull'asta offrendo 200mila euro per i preziosi materiali.

L'archivio raccoglie documenti, lettere, fotografie e soprattutto manoscritti autografi di in un arco temporale che va dal 1890 circa sino alla morte dell'autrice Premio Nobel per la Letteratura nel 1926.

"Il corpus di questo archivio si configura per la sua vastità come il più ampio insieme di documenti e testimonianze di e su Grazia Deledda", spiega Fabio Massimo Bertolo, responsabile del reparto autografi di Finarte.

La trattativa per l'acquisto è sta condotta in prima persona dal direttore della Biblioteca Nazionale Centrale, Andrea De Pasquale.

Tra le carte spiccano oltre 500 lettere inviate quasi tutte a Palmiro Madesani, il futuro marito, che a lei dedicò tutta la sua vita, non solo affettivamente ma anche professionalmente. La corrispondenza amorosa tra Grazia e "Palmirino" rivelano i risvolti più intimi della Deledda. Ma ci sono anche missive di lavoro, riflessioni sulla sua produzione, sui vari impegni pre e post-Nobel, uno specchio fedele della Deledda colta nel flusso della vita, con la sua naturale e risaputa ritrosia ma anche col suo orgoglio di grande scrittrice.

La Biblioteca Nazionale di Roma si è assicurata, inoltre, 55 manoscritti autografi, spesso corredati da note, revisioni, interventi di varia natura, romanzi, racconti, novelle.

Molte di queste opere, in attesa della puntuale ricostruzione ecdotica della sua produzione che solo ora si sta conducendo a Cagliari nel Centro di Studi Filologici Sardi diretto da Giuseppe Marci, risultano probabilmente inedite.

Il vasto corpus raccolto nel fondo è arricchito da decine di fotografie della Deledda o a lei dedicate: spicca su tutte, per rilievo storico, la foto con dedica di Mussolini datata 25 novembre 1927: "A Grazia Deledda con profonda ammirazione", inviata a ridosso della notizia della vittoria del Nobel.

Il dossier del Premio è particolarmente ricco: fra le carte spiccano l'invito, il memorandum, il programma, il menu del ricevimento, la nota del governatore di Roma, principe Spada, una lettera del barone De Bildt, la lettera del vescovo Muller di Stoccolma e del sottosegretario di Stato, il placement per il grande ricevimento della sera del Nobel, vari telegrammi.

A contorno, tutta una serie di documenti, onorificenze, diplomi, romanzi e novelle in prima edizione, persino un foglio intero della prima tiratura di francobolli celebrativi.

In una delle lettere inedite inviate alla famiglia l'11 dicembre 1926, il giorno dopo aver ricevuto il Nobel nella solenne cerimonia a Stoccolma, Grazia Deledda scriveva: "Carissimi, spero avrete ricevuto la lettera del 9. Tante tante cose avrei da scrivervi, ma non ne ho materialmente il tempo né moralmente la voglia. Sono come una foglia in balia del vento, sia pure come una foglia di rosa in balia del vento di maggio! Ieri è stata la grande cerimonia; poi il grande banchetto, nel quale io sedevo fra due principi di sangue reale, in mezzo alla corte fantastica di questo regno, composta di donne e uomini bellissimi, colti, amabili, arguti".

(Unioneonline/v.l.)
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