Immaginate di guardare una partita di calcio in tv e di vederla in tre dimensioni, a 360 gradi e con dettagli perfetti. Potreste spostarvi e vedere l'azione da una nuova angolazione come se foste allo stadio e poteste spostarvi da un settore all'altro. O meglio, come se foste lì, accanto ai calciatori, e poteste liberamente girare attorno e analizzare.

Qualcosa di simile si è già visto durante una partita di Nfl grazie a una quantità enorme di telecamere a 360 gradi connesse alla rete che hanno consentito ai telespettatori di vedere e rivedere le azioni da ogni angolo Ma in un domani molto prossimo sarà normale e chissà che ne sarà dei poveri arbitri al cospetto di milioni di persone che ne sapranno più di loro.

Si chiama Light field tv ed è una delle tante prospettive della televisione che vedremo da qui a pochi anni. Realtà immersiva, auditel delle emozioni, tv interconnessa a tutti gli oggetti della casa sono già realtà più o meno sviluppate.

Pensate di guardare una regata delle World series dell'America's cup come quelle che si svolgeranno da aprile nel Golfo di Cagliari. Potreste vedere Luna Rossa come se foste nell'equipaggio, o almeno nella barca appoggio, ma anche sentire l'odore del mare e avere la sensazione che le onde si infrangano nel vostro salotto. Si chiama realtà immersiva ed è il futuro prossimo della televisione. O meglio, ciò che potremo fare col televisor, con i nostri smartphone e tablet. I nostri dispositivi dialogheranno sempre di più tra loro, con le nostre auto, coi nostri elettrodomestici. E niente sarà più come prima.

A Cagliari c'è un team di ricercatori all'avanguardia nel mondo su questi temi. Lo guida Maurizio Murroni, 46 anni,professore associato di Telecomunicazioni al dipartimento di Ingegneria elettrica ed elettronica dell'Università.

Laurea con lode nel Capoluogo, anni da visiting researcher all'università del Surrey, alla New York University poi in Romania e in Spagna, autore di quasi cento pubblicazioni su riviste e di conferenze internazionali, Murroni è membro del comitato strategico dell'Ieee broadcast technology society, composto da cinque rappresentanti dell'industria e da un unico universitario (lui) in rappresentanza di tutto il mondo accademico internazionale che progetta la tv del futuro. La novità più immediata riguarda la seconda generazione del digitale terrestre - il Dvb-T2 (Digital video broadcasting terrestrial) - con il quale tutti dovremo fare i conti dal primo settembre 2021. E' un nuovo standard che costringerà a cambiare televisore o decoder per ricevere trasmissioni di qualità video e audio migliore di quella attuale, fino al 4K Ultra Hd per arrivare all'8K. "Una scelta, in realtà, legata alla richiesta dell'Unione europea ai Paesi membri di liberare alcune frequenze da dedicare alla trasmissione dati 5G", spiega Murroni. "Ma questa volta appare più accettabile perché mentre 12 anni fa, quando ci fu il passaggio dall'analogico al digitale terrestre, i broadcaster ma anche i cittadini stentavano a vederne la convenienza, ora anche chi produce contenuti e chi ne fruisce ha davanti a sé molte prospettive. Per Rai, Mediaset, Netflix, Sky, Amazon, Apple, Tim ma anche realtà locali importanti come Videolina sarà sempre più possibile interagire con i loro canali social per testare in real time gli umori dei telespettatori, correggere programmi, ampliarne i contenuti".

Qualcosa di simile è accaduto di recente con M.emo.Rai, il cosiddetto auditel delle emozioni . Si tratta di una piattaforma, messa a punto dal dipartimento di Informatica dell'università di Torino e dalla direzione Ict della Rai, che permette di monitorare e analizzare le emozioni, i conflitti, i dibattiti e le passioni dei telespettatori sui social media. Un sistema semantico che supererà l'Auditel perché fornisce molti più dati, che misura il sentiment generico espresso (positivo, negativo o neutro) principalmente attraverso twitter. Per metterlo a punto i ricercatori hanno fatto ricorso a metodi e algoritmi di analisi di Intelligenza artificiale per il riconoscimento automatico di emozioni, ironia e linguaggio offensivo e per l'analisi di reti complesse, mutuati dalla linguistica computazionale e dalla "computational social science".

Al momento però non vengono considerate più dettagliatamente le emozioni sollecitate dalle trasmissioni andate in onda e le dinamiche sociali di comunità che si generano intorno al dibattito vivo e quotidiano online ma sarà possibile più avanti. E proprio sulle emozioni si basa una delle ricerche del team di Murroni che mira a implementare e affinare il sistema. Attraverso dei caschi speciali misura il battito cardiaco e il lavoro delle sinapsi attraverso il quale nascerà la "tv delle emozioni". Del resto fu anni fa un suo gruppo a sperimentare, tra i primi in Italia, quello che Sky ha poi sviluppato per altre vie e chiamato Multivision.

E proprio il 5G, che dal prossimo anno entrerà gradualmente a far parte delle abitudini di tutti, che arriveranno enormi novità. Se è vero che consentirà a un chirurgo di Chicago di operare un paziente a Cagliari e porterà le auto verso la guida autonoma, è anche vero che connetterà sempre di più tutti i nostri oggetti, televisore compreso. "Mentre guardiamo la tv potremo rispondere a una videochiamata o al videocitofono, fare una videoconferenza".

E la vecchia tv? "Sopravviverà innovandosi. Sa che cosa le dico? Che Sanremo sarà sempre la trasmissione più vista, nonostante tutto".
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