Già fenomeno carsico dalle caratteristiche uniche con i suoi 850 metri di lunghezza interamente transitabili, la grotta di San Giovanni, dichiarata monumento naturale nel '99, è al centro di un importante progetto di ricerca scientifica i cui risultati diranno molto più di quanto attualmente si sa sulle sue caratteristiche climatiche ed ambientali e sulle trasformazioni che l'area e tutta l'isola hanno subito nel corso di secoli e millenni.

Si tratta del "Progetto Protehos" il cui protocollo d'intesa vede collaborare Comune, Parco Geominerario (che fornirà subito 20mila euro per la predisposizione delle ricerca) e l'associazione Apgs che prende il nome dallo stesso Parco Geominerario.

"È un'iniziativa di prospezione ed indagine sul territorio domusnovese finalizzata alla ricostruzione dei paleoambienti che connotano la sequenza delle variazioni climatiche succedutesi in Sardegna nell'intero arco del Pleistocene, l'epoca compresa tra 2,58 milioni di anni fa e 11.700 anni fa", spiega l'assessore ai Beni Culturali Daniela Villasanta.

"Il progetto - puntualizza - mira alla descrizione ed alla ricostruzione delle testimonianze storiche, protostoriche e preistoriche dell'area che si andrà ad investigare con il risultato di produrre una rilevante quantità di dati che gli Enti preposti alla tutela del territorio dovranno poi valorizzare".

A condurre l'importante ricerca un gruppo di lavoro in cui oltre a Comune, Parco Geominerario e Apgs ci sarà un'equipe di archeologi, paleontologi e geologi coordinata dal Professor Sergio Ginesu dell'università di Sassari.

"A giorni riuniremo tutti i soggetti coinvolti - fa sapere l'assessore ai Beni Culturali - per una programmazione dettagliata delle attività da svolgere".
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