I mazzi con le spighe di grano Senatore Cappelli sono pronti. Tra pochi giorni si andrà a raccogliere i rametti di mirto a monte Arcosu, poi si prepareranno i dolci della festa e i coccoi 'e sposa (cuciti uno per uno con lo spago all'impalcatura di canne che regge il tetto). La notte di sabato 30 aprile - una notte in bianco, di gran lavoro - sarà predisposto l'addobbo con i fiori (rigorosamente freschi) e solo qualche ora prima della partenza verso Cagliari verrà preparata e montata da mani esperte sa cuncordia , il vestito buono dei buoi.

IL MIRACOLO Non è la favola della zucca che diventa carrozza, ma il miracolo di un carro da lavoro che un mese prima della grande processione comincia a trasformarsi fino a diventare quasi il simbolo della festa:
sa tracca . Attraverserà la città all'alba, trainato da buoi pazienti e infiocchettati, capaci di sfidare il traffico, quasi un pezzo da museo, un reperto da collezione etnografica, un ricordo di una Sardegna di 50-60 anni fa. Eppure pulsante di vita, grazie alla tradizione che si tramanda da generazioni, alla devozione per un santo-martire che trasforma il Primo Maggio cagliaritano nella grande festa dei sardi. E alla straordinaria passione di giovani e anziani che vogliono a tutti i costi farsi trovare pronti per la processione-sfilata in onore di sant'efis .
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