Pronti alla mobilitazione per salvare i servizi dell’ospedale San Martino di Oristano.

Il presidente dell’ordine dei medici della provincia Antonio Sulis insieme al sindaco Andrea Lutzu e ai rappresentanti sindacali ha lanciato un appello dopo l’ennesimo problema denunciato dai medici. Questa volta il grido d’allarme arriva dal reparto di Pediatria dove il primario (nominato ad interim) si è visto costretto a chiudere la patologia neonatale a causa della carenza di personale infermieristico.

I neonati prematuri o tutti quei piccolissimi pazienti che necessitano di cure particolari dunque d’ora in poi dovranno essere trasferiti in altre strutture perché "al momento non ci sono le condizioni minime di sicurezza assistenziale".

Come se non bastasse si sono verificati diversi problemi alle lampade utilizzate per la fototerapia per la cura dell’ittero, da qui l’impossibilità di garantire la necessaria assistenza ai neonati prematuri o con altre patologie.

I sindacalisti Luigi Cureli (Anaao Assomed), Alessandro Percivalle (Cimo), Giuseppe Obinu (Aroi- Emac) hanno ricordato che la carenza di personale affligge anche gli altri reparti dalla chirurgia alla radiologia, dalla rianimazione all’emodinamica fino al pronto soccorso dove dal mese di giugno è stato necessario chiudere il servizio di osservazione breve.

Il sindaco Lutzu ha parlato di "una situazione gravissima. Sei mesi fa questi problemi erano stati denunciati durante un consiglio comunale straordinario a cui avevano partecipato anche l’assessore regionale alla Sanità Arru e il direttore generale della Assl di Oristano ma finora non è cambiato nulla".

Il rischio di un declassamento dell’ospedale è sempre più concreto e il sindaco ha aggiunto: "Come territorio dobbiamo fare un’azione forte, nei prossimi giorni convocherò una riunione del distretto sociosanitario. Serve la mobilitazione di tutti".

Valeria Pinna
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