« L a Brexit sarà la loro rovina. Sono folli a lasciare l'Unione europea, presto se ne pentiranno». Così commentavano i saggi europeisti. «Beati loro che hanno la forza per farlo», ribattevano coloro che, proprio per ciò, erano ritenuti insipienti. Non sappiamo chi, alla lunga, avrà ragione. Una considerazione comunque va fatta: il Regno Unito, libero dall'interventismo rigido di Bruxelles, ha ottenuto significativi successi nella guerra contro il Covid. Mentre noi annaspiamo loro nuotano verso il mare aperto. Noi ci fidavamo dell'Europa, ora siamo portati a diffidarne. Chi la governa -ormai è palese- non è all'altezza del compito. Dopo il disastro Covid abbiamo la certezza che quei politici non valgono più dei nostri. L'Europa è il rifugio dei riservisti, non ci vanno i migliori, tanto meno gli statisti. Siamo alla mercé di eurocrati spesso ottusi. Appaiono profetiche le intemerate di Margaret Thatcher quando, luminosa meteora, si opponeva al dirigismo della Ue. Se a guidare l'Europa ci fosse un politico del suo valore saremmo meno angosciati. Il suo decisionismo sarebbe una garanzia. Papa Sisto V dopo la vittoria di Elisabetta I sull'Invincibile Armada esclamò: «Che donna! Non ce n'é di eguali tra gli uomini». Vale anche per la rimpianta Margaret. Non per Ursula von der Leyen.

TACITUS
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