S Se questo è il Cagliari disegnato da Di Francesco, chapeau. C'era una grande buccia di banana, sul terreno dell'Arena, e tutti - nel trasferimento da Assemini allo stadio - ci pensavano.

Riflettevano sul Crotone, squadra apparentemente dimessa, capace di fermare il cantiere Juve, senza grandi nomi ma con una clamorosa voglia di stare aggrappata alla Serie A. E con un regista, lì in mezzo, che del Cagliari era uno dei leader fino a due mesi fa. Quel trappolone, fino al due a due, stava diventando un incubo. Così come quel gigante nigeriano, 198 centimetri di pura tecnica. Ma grazie a Dazn, abbiamo capito che il volante era in mani sicure, abbiamo osservato il volto sereno - quello di uno che sa di aver lavorato bene - di Eusebio Di Francesco, un allenatore che aveva voglia, firmando a Cagliari, di riconquistare la parte sinistra della classifica. Col gioco, l'intensità e l'attaccamento al progetto. E la squadra non ha perso la testa, i suoi “calma, calma” hanno aiutato i più giovani a tenere la mente sul pezzo, a fissare l'obiettivo resettando tutto dopo aver preso il secondo gol. Da lì in poi, complice l'assist di Cigarini, la partita ha preso la piega ideale, per il Cagliari.

La differenza, poi, la fa anche la qualità. Se la difficile settimana di Godin si è vista sul campo (non sarà stato imprudente gettarlo subito dentro?), gente come Cragno, Nandez, Rog e Joao Pedro sono il tesoro, le basi su cui si regge una squadra con l'ambizione suffragata dagli investimenti. (...)

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