N on abbiamo tenuto le distanze giuste, sussurra Leonardo Semplici. «Neanche riuscivamo a fare fallo», sottolinea il tecnico toscano, che conosce la prima sveglia sulla panchina del Cagliari. E fin qui ci poteva stare. La Juventus si è presentata a Cagliari con la rabbia di chi è caduto e si deve rialzare subito, a qualsiasi costo. Il suo calciatore più rappresentativo, una delle icone del calcio mondiale, è sbarcato in Sardegna con la sacca piena di critiche, anche velenose, dopo la prova scialba in Champions e la cocente eliminazione. E ha lanciato un timido segnale all'ambiente, al campionato e soprattutto ai detrattori.

Ma dopo il primo gol, un colpo di testa piatto forte della casa, Cristiano Ronaldo ha commesso un fallo tremendo, che per puro caso non ha causato al portiere Cragno un danno grave al volto. Un intervento pericoloso, volontario nel senso che il portoghese voleva colpire il pallone in quel modo e a quell'altezza. In quei momenti, indubbiamente il peso politico del calciatore, anche dopo una settimana di attacchi e polemiche, ha convinto - teniamoci prudenti - l'arbitro Gianpaolo Calvarese a mostrare a CR7 solo il cartellino giallo. Un'ammonizione, un fallo normale, nonostante il sangue sul mento di Cragno, un replay da brivido e soprattutto gli altri arbitri alla Var che hanno scelto la linea del perdono. Il dubbio del tifoso, ma non solo suo, è cosa sarebbe successo se - per esempio - Simeone fosse entrato così violentemente sul portiere della Juve Szczesny.

La Juve era in vantaggio (0-1), con la rabbia di ieri avrebbe vinto lo stesso magari giocando in sette, ma i dubbi restano, con il web che è esploso, dalle Alpi all'Etna, in un coro di indignazione. Anche il Cagliari, con un aplomb invidiabile, ha provato a sollevare la questione: Tommaso Giulini, a botta calda, ha sottolineato che quel genere di fallo, normalmente, è punito con una espulsione, soprattutto dopo l'analisi video.

A questo punto della stagione, i punti sono molto più pesanti. Anche dettagli apparentemente meno importanti possono contribuire a raggiungere il traguardo, che in questo caso si chiama salvezza. Il Cagliari ha completamente sbagliato partita, sia chiaro, nell'approccio e nella rabbia agonistica che doveva mettere in campo (zero cartellini gialli), ma quell'episodio al 14° del primo tempo lascia una velenosa coda a una partita che - ripetiamo - sul piano tecnico aveva un solo pronostico. Ma ad armi pari.
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