L a lotta era impari, le sorti della battaglia erano scontate. Le forze in campo sproporzionate: su un fronte la triplice alleanza, sull'altro la debole intesa. Da una parte le corazzate Germania e Francia con la nave d'appoggio Italia; dall'altra i brigantini frugali, che con le loro incursioni da finti corsari hanno allungato i tempi dello scontro. Alla fine la “Triplice” ha prevalso e ha imposto le sue condizioni. Ai vinti sono andati gli onori delle armi e spiccioli. Nella stiva della nave d'appoggio entreranno invece 209 miliardi di euro. Il comandante ha esultato, la sua truppa lo ha acclamato. «Il signor Bonaventura, ricco ormai da far paura» -reciterebbe per il suo pubblico infantile Sergio Tofano- è tornato a casa fra gli applausi. Ha camminato, levitando un palmo da terra, fino a palazzo Chigi, come un divo sul red carpet del Festival di Cannes. Dicono che prima di consegnarsi a un sonno ristoratore abbia telefonato a Bruxelles: «Dove devo andare a ritirare l'assegno?», avrebbe domandato ansioso. «Calma, ragazzo, ti faremo sapere dove e quando». Risposta sconsolante. E intanto? Intanto -gli hanno suggerito- appronta un piano realistico di investimenti e impegni. E non abusare con assegni postdatati. Finché l'olandese volante Rutte ti sorveglierà “del doman non c'è certezza”.

TACITUS
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