"Cara Unione,

dal 10 ottobre sono stata assunta come collaboratrice scolastica dell'organo Covid in un istituto statale nel cagliaritano.

Ho iniziato questo percorso con entusiasmo, sia perché in questo periodo di forte crisi economica avere un lavoro è una fortuna e sia perché, avendo una bambina di un anno e mezzo e un affitto, le spese sono tante e un solo stipendio quasi non basta.

Ho anticipato di tasca mia le spese del viaggio (percorro in media 120 km al giorno) e mia figlia sta da mia madre la maggior parte del giorno in quanto non posso pagare una baby sitter.

Sono trascorsi i giorni, i mesi, ma ancora non ho visto l'ombra di un centesimo di stipendio.

Ho contattato il MEF, il MIUR...senza ricevere nessuna risposta soddisfacente e tanto meno una soluzione.

Tutto tace e l'unica cosa che ho capito è che non ci sono i fondi per pagare i nostri stipendi (dico nostri, perché anche i colleghi con lo stesso contratto sono in questa situazione).

I risparmi sono finiti, le spese aumentano e nessuno sembra prendere sul serio questa situazione perché 'è normale non essere pagati subito quando si è precari'.

Ma davvero è così? Sono solo delusa dal fatto che chi dovrebbe tutelare i nostri diritti invece li calpesta. Non so più come comportarmi".

Lettera firmata* - Quartu Sant'Elena

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