Il Coronavirus e l'alfa privativo

Il Santo Padre ci ha invitato ad utilizzare il dono del tempo, usando la creatività dell'amore per vincere l'isolamento.

Le nostre vite pre Coronavirus sono state un treno in corsa nel viaggio affascinante della vita: siamo sempre partiti senza alcuna paura, preso rapidamente velocità e viaggiato decisi e spediti alla guida della locomotiva. Poi arriva l'inaspettato: i binari deviano, il treno deraglia, e appare quel muro che sembra impossibile da scavalcare. Arriva l'uragano.

Nella grammatica greca c'è un prefisso, che prende il nome di "alfa privativo", che ha il potere di negare il significato della parola che segue. Ecco che parole come "passione", "calma", "socialità" con quella piccola aggiunta ci risuonano al negativo e diventano: "a-patia", "a-tarassia", "a-socialità".

Con l'avvento dell'uragano Coronavirus nel nostro mondo, tutti noi abbiamo quell'alfa privativo davanti che priva, che nega, che toglie.

È arrivata la stagione della negazione, e proprio per questo è necessario riprenderci tutto iniziando laddove quell'alfa privativo non ci ha raggiunto: nella gestione del nostro tempo che si è rallentato. Da ormai 40 giorni abbiamo l'opportunità e il tempo di fermarci, guardarci indietro, guardarci dentro, scoprirci, riscoprirci.

Proviamo a cambiare, quando è ancora possibile cambiare, perché come afferma il Santo Padre "la vita è un dono che si riceve, donandosi".

Chiara Benedetti e Andrea Zirilli

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