"Cara Unione,

uno studio scientifico ha dimostrato che i cani possiedono circa 530 milioni di neuroni nella loro corteccia cerebrale. Gli esseri umani 16 miliardi. Eppure, tutta questa ricchezza di materia grigia non rende sempre l’uomo più intelligente della bestia. Anzi.

Leggevo con piacere le missive inviate poco tempo fa alla vostra redazione in merito alla presenza dei cani in spiaggia. Un dibattito molto interessante, che potrebbe tuttavia estendersi ad altre situazioni. Non si contano con le dita delle mani i casi in cui i nostri bellissimi litorali vengono deturpati dai mozziconi di sigaretta, rifiuti, veleni, saponi, prodotti per la cura personale, furti di sabbia, alterazioni dell’ecosistema marino, sostanze plastiche. Per non parlare dei danni prodotti dall’inquinamento dell’aria – il fumo passivo (un killer silenzioso) – e quello acustico (piagnistei, urla da indemoniati, conversazioni gracidate e radioline in grado di sfondare il muro del suono).

A chi dobbiamo imputare questi fenomeni capaci di nuocere il benessere umano (quello dei bagnanti) e ambientale? Ai cani che, opportunamente accompagnati al guinzaglio, fatti sdraiare in un asciugamano a loro dedicato o messi a sedere in una seggiolina, fanno compagnia ai loro padroni (armati di sacchettini biologici per raccogliere le eventuali deiezioni canine)? Lascio ai lettori la risposta.

Se è vero che la presenza dei nostri amici a quattro zampe viene ammessa persino in chiesa e in cimitero, lo stesso non si può dire per gli ambienti profani. L’altro giorno, ero in giro nei negozi di abbigliamento di Cagliari. Un signore, che voleva entrare in un noto punto vendita di vestiti della nostra città, con un cocker al guinzaglio, è stato gentilmente invitato a far fagotto dal negozio, sebbene ciò – oltre a costituire una presunta violazione della libertà di circolazione dell’individuo – si ritorca contro lo stesso negozio (è fatto obbligo segnalare, per legge, nei locali aperti al pubblico, l’ammissione o la non ammissione dei cani, pena un’ammenda). Contestualmente a ciò: caro negoziante di accessori e abbigliamento, chi è che slabbra i tuoi capi o li macchia di fard o li sporca in un altro modo? Lascio ai lettori la risposta.

Sono inammissibili e intollerabili i muri che vengono eretti contro Fido, specialmente in un paese dove vivono 7 milioni di cani. E ancor di più in una Regione come la nostra, dove il rapporto uomo – animale è sempre stato vissuto con grande intensità. Verrebbero da domandarsi le ragioni di questo repentino voltagabbana, verrebbe da interrogarsi sul perché a qualcuno faccia piacere isolare i padroni dei cani (categoria di cui faccio parte pure io!) in un universo fatto di “spiagge per cani”, “negozi pet – friendly”, “qui posso entrare!”, “locali per cani”, “parchi per cani”, “area cani” (tipo quella di Buoncammino). Il filo rosso che lega tutti i padroni di un cagnolino è il sentirsi ospiti sgraditi ovunque; esseri dubbiosi, costretti dal pavore (spacciato per bon ton, bien sur) a domandare ogni volta che entrano in un luogo sconosciuto: «Posso entrare? Ho un cane». Ora dovremmo sentirci stanchi di questi divieti, noi padroni educati, che cresciamo i nostri “figlioletti” a quattro zampe educandoli meglio di quanto facciano alcuni genitori inetti coi propri pargoli. L’estate è tempo di vacanze e di relax, per noi come per i nostri amici animali. Se i nostri cani son educati, perché dobbiamo sottostare ai diktat che ci identificano come reietti?

Lascio ai lettori la domanda. E da qualcuno vorrei una risposta".

Alessio Cozzolino

Giovane liceale - Cagliari

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