"Cara Unione,

il 2 luglio al rientro da una faticosa mattinata di visite in ospedale, nella lontanissima, per noi, Cagliari, a metà strada sulla 131 - all'altezza del bivio di Marrubiu - un improvviso 'botto'. Esplode letteralmente lo pneumatico anteriore destro…. Fortuna vuole che lì a poche decine di metri si possa beneficiare dell’area di emergenza.

Si inizia l’operazione cambio gomma. Già da subito la stessa si presenta poco accomodante: la chiave di smontaggio, mai usata, è slabbrata… non un solo bullone viene 'convinto' ad allentarsi. La temperatura pare ancor più elevata di quella reale, sotto il sole ad oltre 40°.

Dopo diversi tentativi e inutili chiamate ad officine della zona, mi decido a segnalare, ai veicoli in transito, la richiesta di aiuto. Fra le decine che passano del tutto disinteressati al mio 'SOS' due veicoli si fermano ma, ahimè, non dispongono di chiave idonea. All’ennesimo tentativo un’auto decelera, ci affianca fermandosi, vedendomi con un’abbondante fasciatura al braccio crede ci siano feriti da soccorrere, rincuorato sul fatto che così non fosse, con il mio amico accompagnatore e mia moglie spieghiamo la situazione.

Prova con una sua chiave: niente, fortunatamente si ricorda di avere nel cofano una sorta di cassetta degli attrezzi da cui tira fuori alcune chiavi fisse e un martelletto, da lì inizia un vero e proprio duello con quei maledetti bulloni, il sole e il caldo lo tormentano facendogli, realmente, sudare le famose sette camicie, forse di più… Le tenta e ritenta tutte, nel frattempo dalle risposte ad alcune chiamate, al suo cellulare, riusciamo a comprendere che il signore stava rientrando dal lavoro, che non aveva pranzato, che doveva disdire qualche appuntamento, stante l’impegno che si era improvvisamente accollato. Insomma si capisce con chi si ha a che fare...

Dopo oltre due infuocate ore, e alternate azioni di forza e di ingegno, proprio con una di queste ultime riesce a 'scalzare' gli, fino ad allora, irremovibili bulloni e a sostituire la gomma esplosa con quella di scorta.

Asciugandosi l’ennesima volta il sudore dice: 'Non potevo dargliela vinta', e alla nostra domanda: 'Quanto le dobbiamo per la fatica?', impassibile, ma visibilmente soddisfatto, risponde: 'Soldi? E perché? La vita concede questi momenti per farci capire che non sempre si può andare di corsa, bisogna anche fermarsi, pure, soprattutto, per aiutare chi ha bisogno, oggi è capitato a voi... domani potrebbe capitare a me'.

Ci stringe calorosamente la mano e aggiunge: 'Sicuramente ci rivedremo'.

Non ci siamo presentati né scambiati un numero di telefono, non sappiamo chi e di dove fosse. È pur vero: gli 'angeli' della… superstrada… esistono ancora: grazie, ovunque tu sia".

Maurizio Lai - Benetutti

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