In un momento come questo in cui la pandemia ha limitato i viaggi alle sole circostanze legate a lavoro, salute e poco altro voglio sciogliere le briglie alla fantasia. E andiamo a Valencia. Una stupenda città spagnola, che sorge sulla costa sudorientale, ricca di storia con magnifiche chiese, un acquario in cui perdersi e inseguire con lo sguardo tanti tipi di pesci, e non mancano gli irresistibili pinguini. E splendidi parchi.

Ho visitato questa città un paio di anni fa e voglio portarvi in un luogo che vi farà tornare bambini. Ripassando il romanzo di Jontathan Swift, I viaggi di Gulliver, in un momento della storia, Gulliver è immobilizzato al suolo dagli abitanti di Lilliput. La scena è possibile vederla con i propri occhi in questo parco. Ideale per i bimbi, ma non è escluso il divertimento per i più grandicelli. Proprio come è accaduto a me.

Il Parco Gulliver di Valencia è uno dei parchi più emblematici della città. Un’area verde che è diventata, nel tempo, un’icona non solo per la città, anche per i visitatori. Davvero imperdibile una tappa in questo immenso giardino.

L’attrazione principale di questa zona è la scultura monumentale di Gulliver. I vestiti, le pieghe e i capelli del personaggio diventano rampe e scivoli, trasformando quanti si avventurano in autentici lillipuziani. Il racconto di Jonathan Swift narra la storia di Gulliver, naufrago nel regno conosciuto come Lilliput, mondo in miniatura di cui gli abitanti sono alti una piccola parte di una persona di media altezza, vivrà grandi avventure.

Il parco Gulliver è una gran ricostruzione di quando Gulliver, dopo aver naufragato, arriva sulla costa di Lilliput. Nel momento in cui Gulliver è esausto e dorme sdraiato sulla sabbia, i lillipuziani ne approfittano per legarlo a terra perché hanno paura di questo enorme gigante.

Ci troviamo all’interno dei giardini del Turia e a poche centinaia di metri dalla Città delle Arti e delle Scienze, il famoso complesso dell’architetto Calatrava. L’imponente figura è piena di scale e rampe dove si può giocare per ore: non solo i bambini ma anche i grandi non resistono alla tentazione di attraversare il corpo di questo gigante e di scivolarvi. L’area è circondata da zone verdi, ombreggiate e con panchine, grazie alle quali si possono osservare le evoluzioni di chi si diverte attraverso tutto il corpo di Gulliver.

Il Parco Gulliver dispone di scivoli di ogni tipo di lunghezza e altezza. I più lunghi hanno anche uno speciale rivestimento antiscivolo, che riduce la velocità per renderli più sicuri. Sono sicura che, per un maggior controllo, ma anche perché entra la voglia di liberare il bimbo interno che tutti possediamo, la gran parte dei genitori scivolerà con i propri bimbi.

La realizzazione è stata commissionata dal Comune di Valencia, e realizzata dall’architetto Rafael Rivera, dall’artista fallero Manolo Martín e dall’illustratore valenciano Sento Llobel.

Visto dall’alto il parco giochi è un gran cerchio in cui nel centro è stato realizzato il gigante Gulliver e occupa un’area di 61mila metri quadrati assieme alla zona verde che lo circonda.

Il parco si trova all’interno dei Giardini del Turia che, con un’estensione di oltre 110 ettari, costituiscono il parco urbano più grande di Spagna. L’origine mette le radici all’inizio degli anni 60′ quando gli amministratori iniziarono a discutere la possibilità di deviare il corso del fiume Turia per costruire su quest’area un grandissimo parco.

Al di là delle necessità oggettive di una grande zona verde, le discussioni sulla realizzazione dell’opera si originarono come conseguenza della tragico alluvione di Valencia, nell’ottobre del 1957: un evento che oltre agli ingenti danni materiali, segnò profondamente la coscienza della cittadinanza.

La lungimiranza dell’amministrazione valenciana non fu un fatto scontato. In un primo momento infatti, si pensò di destinare lo spazio precedentemente occupato dal corso d’acqua alla creazione di una grande via di collegamento autostradale tra il porto e l’aeroporto di Valencia. L’intervento attivo e deciso dei cittadini contribuì a far sì che il progetto iniziale venisse abbandonato.

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