Usa, la prima presidente donna? C’è già stata (per un’ora)
Nel novembre 2021 Biden, per sottoporsi a un’anestesia, trasferì per 85 minuti i suoi poteri a Kamala Harris: mai fino ad allora una figura femminile aveva assunto quel ruoloPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Dopo il passo indietro di Joe Biden, Kamala Harris potrebbe diventare la prima donna presidente degli Stati Uniti: ma in realtà la più grande potenza mondiale è stata già guidata da una figura femminile. È accaduto nel 2021, e se molti non lo ricordano è perché, in realtà, durò solo 85 minuti. E chi fu a infrangere quello storico soffitto di cristallo? Kamala Harris, appunto.
Si trattò di una circostanza tutto sommato normale: il vicepresidente Usa può assumere i poteri presidenziali ogni volta che l’inquilino della Casa Bianca ha un impedimento temporaneo, di solito durante l’anestesia per un intervento chirurgico. In quel caso fu per una semplice colonscopia: il 19 novembre 2021, sapendo di dover subire una sedazione per essere sottoposto all’esame diagnostico, Joe Biden scrisse ai vertici della Camera e del Senato per annunciare la decisione di “trasferire temporaneamente i poteri e i doveri dell'ufficio di presidente degli Stati Uniti alla vicepresidente durante il breve periodo della procedura e del recupero”.
Breve intervallo
Le cronache dicono che tale trasferimento fu formalizzato alle 10.10, e che Biden si fece risentire al telefono da Harris alle 11.35: in quel momento riacquistò la pienezza dei suoi poteri. Ma in ogni caso, la sua attuale vice può dire di aver già sperimentato il brivido di avere nelle proprie mani le sorti del “mondo libero”, come dicono gli americani con la loro ben nota retorica. Anche se per meno di un’ora e mezzo, giusto il tempo di una metà partita di football o di baseball. Durante quegli 85 minuti, Harris è rimasta a lavorare normalmente nella sua stanza al primo piano della West Wing, l’ala ovest della Casa Bianca che ospita gli uffici del presidente e (ma solo dal 1976, quando Jimmy Carter volle vicino a sé Walter Mondale) anche del vice.
Come già accennato, il fatto che il Potus (acronimo di “President of the United States”) lasci temporaneamente i propri poteri al vice è un fatto ampiamente previsto e disciplinato dalle norme costituzionali americane, ed è successo varie volte. Ciò che ha reso storico il breve passaggio di consegne del novembre 2021 è la circostanza che per la prima volta la responsabilità sia stata assunta da una donna; logica conseguenza del fatto che, fino all’elezione di Kamala Harris insieme a Biden, la carica della vicepresidenza era stata ricoperta solo da uomini. Anche perché pochissime donne hanno provato a ottenerla, almeno nei grandi partiti: prima di Harris solo Geraldine Ferraro, schierata dai democratici nel 1984 insieme al già citato Mondale, che in quell’occasione sfidava Ronald Reagan come candidato presidente, e Sarah Palin, che nel 2008 formò il ticket repubblicano con John McCain contro Barack Obama e Joe Biden. In entrambi i casi, però, aveva vinto la coppia avversaria.
Trump snobbò Pence
C’è stato però qualche presidente che si è rivelato restio a rinunciare, anche solo per un tempo limitato, ai propri poteri in favore del vice. È il caso di Donald Trump, almeno secondo quello che ha raccontato nel 2021 Stephanie Grisham, che fu addetta stampa della Casa Bianca durante la presidenza del tycoon, nonché capo dello staff della first lady Melania Trump. Nel suo libro “I’ll take your questions now”, Grisham si è soffermata a lungo su una visita a cui si sottopose nel 2019 il presidente Trump al Walter Reed Medical Center di Bethesda (lo stesso in cui è stato ricoverato Biden in quel famoso 19 novembre 2021). L’episodio, all’epoca, aveva suscitato discussioni perché la comunicazione presidenziale aveva rivelato pochissimi dettagli, cosa che non era passata inosservata anche per via dell’attenzione quasi morbosa dell’opinione pubblica americana e della stampa per le condizioni di salute di chi governa gli Usa.
Dalle rivelazioni di Grisham pare di capire che anche Trump sia andato in ospedale per una colonscopia, anche se lei nel libro non lo dice esplicitamente: parla di “una procedura molto comune” durante la quale “un paziente viene sedato”. Ma, sempre secondo l’ex addetta stampa, il presidente non voleva cedere i poteri al suo vice Mike Pence durante la sedazione, e fu anche per questo motivo che non venne resa ufficialmente nota la ragione del breve ricovero.
Se questa ricostruzione fosse vera (ma Trump ha definito il libro di Grisham “una spazzatura molto noiosa”), confermerebbe una forte diffidenza del presidente miliardario verso il suo numero due. Niente però in confronto al gelo con cui si è concluso il rapporto tra Pence e il suo capo: dopo le elezioni del novembre 2020 Trump voleva che il vice – nella sua funzione di presidente del Senato – non ratificasse la vittoria di Biden, ma l’ex governatore dell’Indiana, cristiano integralista e integerrimo, si oppose: al punto da diventare poi uno dei bersagli dei rivoltosi che, il 6 gennaio 2021, assaltarono il Campidoglio a Washington, in uno dei più improbabili tentativi di golpe della storia.