Il futuro è adesso. Ma, se il futuro è quello che stiamo per raccontare, non si sa se sarà migliore rispetto al passato. Soprattutto dal punto di vista della sana alimentazione.

Ancora poche settimane e la pasta a base di insetti arriverà sugli scaffali dei supermercati. Sarà Torino la prima grande città in cui si troveranno prodotti del genere. Parliamo, per l’esattezza, della pasta a base di farina di grilli, cibo garantito dalla ditta che li produce proprio in Piemonte.

Perché a Torino? La pasta ricavata dall’elaborazione di questa farina viene prodotta da un'azienda di Scalenghe, centro dell’area metropolitana della città sabauda. L’unica che, per ora, ha chiesto le autorizzazioni per potersi cimentare in questa produzione, accedendo a un business che, in prospettiva, studi di settore vedrebbero parecchio produttivo.

Il gusto della pasta ottenuta dalla farina del futuro è collegato anche all'alimentazione degli insetti. Chi l’ha assaggiata, riferisce di un sapore che ricorda la nocciola e la frutta secca, con un contenuto proteico molto alto (circa il 70%), fibre e minerali come il calcio e il ferro oltre a vitamina B12 e Omega3. 

«D’altro canto, l’elevato contenuto proteico non porta solo buone notizie», fa sapere Pietro Senette, nutrizionista e ricercatore che da anni si occupa delle relazioni cibo-salute umana. «Infatti il tallone d’Achille di questi preparati sta proprio in alcune delle loro proteine potenzialmente allergeniche. Al momento attuale come spesso succede le ricerche in materia sono quasi esclusivamente a firma dei produttori, un po’ come chiedere all’oste se è buono il vino che ci serve a tavola. Resta inoltre il nodo “chitina”, un polisaccaride contenuto negli insetti che oltre a non essere digeribile per il nostro apparato gastrointestinale è stato collegato da uno studio scientifico abbastanza recente a reazioni infiammatorie non proprio di poco conto. La mia raccomandazione è che al di fuori del principio di precauzione che esige un ‘etichetta alimentare segnalatrice, si facciano comunque ulteriori studi da parte degli organi competenti in modo da far stare tutti più sereni».

E i consumatori, come l’hanno presa? Non sono mancate le proteste, anche se, a onor del vero, dietro c’è l’autorevole sigillo dell’Unione europea che ha reso legale il consumo umano di prodotti a base di insetto. Situazione decisamente anomala – secondo alcune correnti di pensiero – soprattutto dopo l’intervento sul disciplinare di produzione di alcuni alimenti della tradizione, almeno in riferimento al made in Italy, già sfregiato in tutto il mondo con danni per miliardi di euro. 

Ma non sarà – a prescindere – un alimento alla portata di tutte le tasche, soprattutto nel paragone con la pasta tradizionale delle marche più comuni rintracciabili negli scaffali dei centri della grande distribuzione. Nello scontrino, infatti, risulterà fino a quattro volte in più rispetto alla media. Le cause sono facilmente riscontrabili nei maggiori costi necessari per la lavorazione della farina di riso, circa 30 euro al chilo. Chi vuole spendere una certa cifra per il gusto di provarla, si faccia avanti: tra non poco gli spaghetti a base di farina di grillo saranno nei supermarket di Torino.

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