Un viaggio nel passato della nostra cultura, del nostro Paese, per capire meglio ciò che è stato e l'ingegno finissimo di chi ci ha preceduto. Nel cuore di Napoli, in piazza Museo 19, sorge un edificio imponente, costruito nel 1500 con la destinazione di cavallerizza e riconvertito poi in sede dell'Università, che dalla fine del '700 è diventato il Museo Archeologico.

Le origini. Voluto fortemente da Carlo di Borbone, che nelle sue stanze fece trasferire le prestigiose collezioni della madre Elisabetta Farnese, divenne centro di raccolta degli scavi che il sovrano fece compiere nelle città vesuviane sepolte dall'eruzione del 79 d.C. Diventato Real Museo Borbonico nel primo decennio del 1800, sarà promosso a Museo Nazionale nel 1860. Negli anni il patrimonio artistico è aumentato esponenzialmente con l'acquisizione di reperti provenienti da vari siti della Campania, dell'Italia meridionale e dal collezionismo privato. La fila folta ma ordinata all'ingresso, nello spazio aperto davanti al museo, si dipana per metri e metri, riparata da un confortevole pergolato che protegge dal caldo e dalla pioggia, condizioni che non scoraggiano i quasi 700 mila visitatori che durante l'anno scelgono il MANN come loro meta. 314 giorni di apertura al pubblico, 13.500 metri quadri accessibili e quasi 30 mostre presenti lo rendono uno dei fiori all'occhiello del patrimonio culturale italiano. Le collezioni spaziano tra le epoche della nostra storia. Il seminterrato accoglie la collezione egiziana, seconda per importanza in Italia dopo quella del Museo Egizio di Torino, fu costituita nei primi vent'anni dell'800 e può essere apprezzata nell'allestimento delle sezioni tematiche: la sfera del potere, il mondo dei morti, i culti e la magia, l'organizzazione socio-economica. Segue il vasto patrimonio epigrafico, costituitosi a partire dal XVIII secolo, delle circa duecento iscrizioni di provenienza romana e laziale che erano esposte presso la residenza Farnese, cui si aggiungono quelle di area umbra e vesuviana. Al piano terra si trova la collezione Farnese, probabilmente la più celebre tra le raccolte romane di anticihità, che affonda le sue radici in pieno Rinascimento. Attualmente il programma espositivo ripercorre le vicende collezionistiche dei Farnese tra volontà di autocelebrazione e cultura antiquaria. Di estremo valore è la collezione numismatica, al primo piano, che rappresenta un arco cronologico ampio: dalle prime monete battute in Magna Grecia sino agli esemplari del Regno delle due Sicilie, che si snodano in sei sale, dove si può ammirare la moneta più famosa della collezione: il medaglione aureo di Augusto. Tra le tante bellezze del museo, una menzione a parte deve essere riservata alla sezione dei Mosaici che espone esemplari unici al mondo, provenienti dalle dimore private di Pompei, Ercolano e altri siti della Campania. Il grande tondo con leone e amorini, il cosiddetto “Memento mori”, o il bacino con colombe sono tra le opere più prestigiose. Altrettanto notevoli sono gli affreschi, allestiti al secondo piano: un vero compendio della pittura di età romana. Una delle sale più visitate in assoluto è il Gabinetto segreto che si distingue per circa 250 reperti a soggetto erotico, provenienti dagli scavi pompeiani. Nel corso del tempo la collezione ha subito chiusure temporanee anche per assecondare gusti più o meno liberali dei direttori del Museo, ma dal 2000 la collezione è stata definitivamente aperta al pubblico, con il completo riallestimento dei reperti in base a criteri museografici rinnovati, che illustrano i diversi aspetti della sessualità nel mondo antico.

Le mostre. Nell'ottica del rinnovamento continuo, il MANN ospita mostre temporanee, come quella di grande successo dei gladiatori (fino al 18 aprile) e quella sull'Iliade di Omero nelle pagine di Alessandro Baricco (fino al 10 gennaio), che intreccia archeologia e letteratura.

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