La Torres stenta, non si ritrova. E la sconfitta contro la Spal, dopo quella interna contro l’Entella, fa saltare i conti e incute timore tra i tifosi. Nella passata stagione, non fosse stato per la corsa forsennata del Cesena, i rossoblù sarebbero già in Serie B, obiettivo dichiarato anche quest’anno, ma mai centrato dal 1903. Per intenderci: non ci è riuscita neppure la squadra di Zola, Leonardi e Rubattu.

Timori. Per questo a Sassari qualcuno se la prende con la squadra. Magari protesta e allo stadio grida allo scandalo. Eppure il bicchiere, per la squadra di Greco, è mezzo pieno. Perché ci sono squadre come il Pescara e la Ternana che – strutturalmente – valgono la promozione diretta senza chiedere nulla alle altre, in un campionato che non regala nulla. Concluderlo dentro i playoff sarebbe un sogno, da riaccendere proprio nella coda degli spareggi, quando il gioco si fa duro. Per esorcizzare la Serie B, mai centrata eppure lì, più volte negli anni e nella storia, a due passi.

L’appello. Davanti a questa situazione, c’è chi, dall’interno, ha scelto di non stare zitto. Niente interviste, solo messaggi rilasciati in libertà su Instagram. Perché Tore Pinna, a Sassari, è la storia della Torres: il capitano dei capitani, il più grande portiere che abbia mai indossato i guantoni all’Acquedotto, oggi “Vanni Sanna”. «Se parlo – e mi permetto di parlare – è perché qua, più di tutti a parte tifosi anziani, ho passato la mia vita, ma non lo dico per essere retorico, o per fare il fenomeno», ha scritto l’ex portiere rossoblù, oggi preparatore dei suoi successori tra i pali del club sassarese. «Della Torres ho vissuto i momenti più belli, e quelli più bui, dai giocatori buttati fuori dagli alberghi, alla retrocessione in Eccellenza, a sfiorare la Serie B. Vi parlo con il cuore in mano e parlo a tutto il popolo rossoblù: sento tante chiacchiere, e tante sentenze, tante cattiverie: è vero che qualche risultato non è arrivato. Ci sta il rammarico, ci sta la critica, ma vi dico pure che i campionati non si vincono a novembre: c'è il tempo di ripartire e recuperare punti, c’è il tempo di combattere insieme ai nostri tifosi, e soprattutto con la nostra curva, che nn ci hai mai lasciati soli e contestati, perché molte volte bisogna imparare da quei ragazzi che vengono criticati e giudicati ma sono i primi che vogliono la tranquillità e la serenità della squadra e per questo li ringrazio. E vi dico pure che c'è un grande gruppo che è dispiaciuto. Credetemi, se c'era da intervenire su comportamenti, qualcuno lo avrebbe già fatto. Ora è il momento di ripartire uniti e compatti se vogliamo bene alla Torres i primi dobbiamo essere noi tutti e poi di conseguenza voi che quando volete fate la differenza. Nel bene e nel male, mai sola: esiste solo la Torres».

La sfida. Al Vanni Sanna ora arriva l’Ascoli, squadra da zona playout. La Torres scende in campo da quarta in classifica. Per riprendere la marcia vincente.

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