“Sa posa a s’antiga” raddoppia. Il viaggio fotografico dell’oristanese Stefano Orrù per celebrare la memoria visiva e culturale delle comunità sarde continua con un’altra tappa significativa. Dopo il successo dell’esordio a Cabras a fine estate con la mostra “Arratratus” in collaborazione con l’associazione culturale e folklorica A sa Crabarissa, adesso un’altra esposizione sulle orme di Achille Parnicich. Il primo fotografo oristanese dell’Ottocento che con i suoi scatti ha ispirato il progetto di ricerca di Orrù che intende «riproporre l’estetica di quelle immagini, con la luce naturale, le pose composte, gli abiti ricchi di significato. E al tempo stesso restituirne l’anima: il valore documentario, la memoria collettiva e il contesto culturale in cui furono realizzate».

Il cuore storico di Oristano ha ospitato la mostra, allestita nel Castro giudicale dell’artista Duilio Tanchis in via Garibaldi. Un ambiente unico in cui tutto è permeato di storia fra antichi utensili e mura cariche di un passato glorioso. Cornice ideale per quegli scatti, in cui sembrava di respirare il clima dell'epoca. A completare il quadro anche gli abiti campidanesi dell’800.

Stefano Orrù, fotografo oristanese 56 anni (foto V. Pinna)
Stefano Orrù, fotografo oristanese 56 anni (foto V. Pinna)

Stefano orrù, fotografo oristanese 56 anni (foto V. Pinna)

Il progetto

Stefano Orrù, 56 anni, da alcuni anni porta avanti un progetto di studio ispirato agli scatti realizzati in Sardegna tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento. Attraverso lo studio delle tecniche fotografiche d’epoca e l’analisi di archivi storici, ha sperimentato linguaggi visivi che rievocano quel tempo senza mai perdere il legame con l’identità contemporanea. In questo percorso un punto fermo è rappresentato da Achille Parnicich, di origine triestine ma nato a Cuglieri nel 1849. Grande appassionato di foto, artista e studioso, aprì il suo studio di fotgrafia professionale in via Carmine nel centro storico di Oristano. Era un’epoca di gradi cambiamenti sociali, le famiglie borghesi volevano conservare memoria di sé e del proprio status ed ecco che ci fu una crescente richiesta di ritratti fotografici. «Parnicich risponde a questa esigenza realizzando “cortes de visite”, piccole fotografie montate su un cartoncino rigido – spiega Stefano Orrù – economiche e facili da portare con sé, nel portafogli, in tasca o in borsetta». Parnicich spesso arricchiva i suoi ritratti con tocchi di acquerello, unendo precisione fotografica alla sensibilità pittorica. Artista poliedrico, autore anche di un dipinto nella chiesa dell’Immacolata Concezione a Oristano, morì a 76 anni nel 1925. A cento anni dalla morte, la celebrazione più degna del primo fotografo non poteva che essere una mostra di scatti come quella pensata e realizzata da Stefano Orrù che ha saputo ricreare l’atmosfera dei ritratti d’epoca fra luci morbide, sguardi intensi, pose solenni e abiti ricchi di storia e significato.

Antichi abiti campidanesi che hanno fatto da cornice alle foto (foto V. Pinna)
Antichi abiti campidanesi che hanno fatto da cornice alle foto (foto V. Pinna)

Antichi abiti campidanesi che hanno fatto da cornice alle foto (foto V. Pinna)

La mostra

«Gli abiti, le persone, le pose – spiega Orrù – diventano simboli di un passato che continua ad appartenerci. Con Sa posa a s’antiga ho voluto dare nuova vita a immagini che raccontano chi siamo e da dove veniamo». L’esposizione, patrocinata dall’assessorato alla Cultura del Comune di Oristano, in collaborazione con la Fondazione Oristano e dal Centro di documentazione e studio sulla Sartiglia, è stata un’occasione unica per riscoprire e valorizzare il ricco patrimonio vestimentario, culturale e folklorico locale attraverso il linguaggio universale della fotografia. «Per settimane una trentina, fra donne e ragazze, uomini e bambini (di età compresa fra uno e 80 anni) vestiti gli abiti antichi hanno fatto da modelli – spiega Orrù - Abbiamo riprodotto anche gli arredi dell’epoca per ricreare fedelmente le atmosfere dell’Ottocento e quelle pose composte, solenni tipiche del periodo». 

Il progetto Sa posa a s’antiga continua, un cammino con altre tappe per riscoprire altri segreti della nostra storia.

Alcuni degli scatti nella mostra di Stefano Orrù (foto V. Pinna)
Alcuni degli scatti nella mostra di Stefano Orrù (foto V. Pinna)

Alcuni degli scatti nella mostra di Stefano Orrù (foto V. Pinna)

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