Anche chi è emigrato per lavoro o si è trasferito per motivi affettivi ne fa parte. Perché, pur essendo una comunità virtuale, è pur sempre un contatto con la città, il paese o il quartiere dove si è nati o cresciuti. Qui si trovano vecchi amici, i commercianti da cui si acquistavano pane e frutta, magari i primi amori, i personaggi più conosciuti di quella zona. E si possono leggere notizie, segnalazioni, appelli e richieste, magari condividendo gioie e dolori: è un po’ come se non si fosse mai andati via.

“Sei di…se”

Benvenuti nei gruppi Facebook “Sei di… se”, aggiungendo al posto dei puntini il nome della propria città, paese o quartiere. Oppure “Quelli di…” o gli “Amici di…” proseguendo sotto altri nomi. Comunità virtuali come detto di grande successo soprattutto se gestite da amministratori della pagina che riescono a tenere a bada i commenti degli odiatori seriali. E sbirciando nei vari gruppi si possono trovare curiosità di tutti i tipi. A iniziare dai numeri dei “membri”, dei profili cioè che seguono quella pagina. Si scopre così che “Sei di Cagliari se…” conta appena poco più di 2.300 partecipanti. Pochi rispetto ai potenziali seguaci che preferiscono ritrovarsi in altre community social come per esempio “Parliamo di Cagliari”, sempre più vicina a quota 19.000 partecipanti. Spopola “Sei di Cagliari se…se dici Chiagliari…” capace di superare quota 30.000 membri e grande apprezzamento per “Cagliari, un viaggio nella memoria” (21.500). Sul capoluogo sardo i gruppi si sprecano e si moltiplicano se si parla di calcio e della squadra rossoblù.

Gruppi e pagine su Fb
Gruppi e pagine su Fb
Gruppi e pagine su Fb

E ci sono poi i gruppi sui singoli quartieri: “Il quartiere di Sant’Avendrace a Cagliari” (1.100 membri), “La voce di Pirri” (3.400), “Pirri: antiche storie del mio paese” (6.700), “Storie e ricordi di vita in via Aquilone e nel quartiere La Palma” (1.600), “Amici di Mulinu Becciu” (2.600) e “Quelli di… Mulinu Becciu” (1.900), “I ragazzi e le ragazze del Cep…” (1.400), “ABtnti di Villanova” (1.200), “Club Fonsarda” (1.200). Impossibile citarli tutti e certamente possono sfuggire gruppi con numeri più alti e grande partecipazione.

Il panorama sardo

Facebook offre davvero di tutto. Gruppi su zone o paesi nati per portare avanti battaglie o per denunciare situazioni particolari, più community sullo stesso quartiere o comune magari per antipatie verso i fondatori o i partecipanti, ma anche su eventi e iniziative, società sportive e su modi di dire.

Fb su un telefono cellulare (foto archivio L'Unione Sarda)
Fb su un telefono cellulare (foto archivio L'Unione Sarda)
Fb su un telefono cellulare (foto archivio L'Unione Sarda)

Saltando da una pagina all’altra, ecco “Quartu news 24” (7.500 membri), “E certu” (quasi a 32.000), La Voce di Monserrato (9.100), “Sei di Elmas se” (5.900), “Sei di Sestu se…” (4.300), “Sei di Nuoro se…” (pagina con oltre 28.000 membri), “Tutti gli abitanti di Sestu” (18.000), “Assemini in comune” (17.000), “La voce del cittadino” (18.000), “Olbia…oggi ieri domani” (22.000), “Sei di Olbia se…” (11.000), “Sei di Sassari se…2.0” (16.000), “Segnala a Sassari” (34.000), “Sinnai & dintorni” (15.000). Una carrellata minima in un oceano di pagine e gruppi con numeri anche più alti rispetto a quelli elencati. Perché sui social si trova davvero di tutto.

Appelli, notizie, discussioni

Il successo di un gruppo ha diverse basi. Affidabilità, linguaggio di un certo tipo, moderatori presenti, contenuti appropriati ma anche una discreta vivacità. Si condivide davvero di tutto: le notizie relative al proprio comune o paese, appelli con richieste d’aiuto o per la ricerca di un’occupazione, di una sistemazione, di un professionista serio e affidabile. E poi ancora la comunicazione di lutti e gioie. Vengono condivise anche foto e video. E si discute di tutto. Spesso i toni si accendono.

Facebook, foto Ansa
Facebook, foto Ansa
Facebook, foto Ansa

E gli amministratori devono intervenire, a volte anche in modo duro. Perché anche sui social ci sono regole da rispettare e non tutti lo sanno. Purtroppo chi commenta a volte rischia di sconfinare in diffamazioni, insulti, minacce aprendo così le porte a querele e procedimenti penali. Spesso nelle descrizioni dei gruppi vengono indicate le regole da seguire, cosa si può e cosa non si deve pubblicare anche se i post, con eventuali link, foto o video in molte pagine devono essere approvati e convalidati da chi gestisce il gruppo. Star dietro ai commenti invece è quasi sempre un’impresa.

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