Potrà Star Wars restituire il solido fascino al “Bulli”, l’amatissimo furgoncino della Volkswagen che ha segnato un’epoca, una cultura, un modo di viaggiare? Andato in pensione dieci anni fa, lasciando il ciglio umido ai tanti estimatori e appassionati, ritorna ora tutto nuovo, anche nel suo cuore, rigorosamente elettrico, come comanda il nuovo corso economico. Niente più diesel o benzina, troppo inquinanti, ma motori elettrici da ricaricare inserendo la spina nella colonnina sotto casa. Almeno queste le intenzioni, messe ora a dura prova dalla crisi energetica. Di sicuro, nella casa automobilistica tedesca si è lavorato alacremente per seguire la nuova linea, ed è nato ID. Buzz, giallo e bianco o arancio e bianco, con il muso così evocativo del vecchio  furgoncino, ma cento per cento elettrico. Per lanciarlo sul mercato ha stretto una collaborazione con la serie limitata di Star Wars “Obi-Wan Kenobi”, serie cult almeno quanto lo è stato l’iconico amatissimo “Bulli”, un mezzo capace di bruciare chilometri sulle strade dei sogni. Riuscirà ad avere lo stesso successo del suo fratello maggiore?

Il vecchio furgoncino, un Kombi, era nato con l'impronta della praticità tedesca, figlia dello spirito tetragono di quel popolo, più sedotto dalla concretezza che dalla fantasia. Da tutti chiamato “Bulli”, ha finito per trasportare i desideri di una generazione che aveva pochi soldi in tasca e una gran voglia di scoprire il mondo. Dopo 62 anni di onesto e affidabile lavoro in ogni parte del pianeta, nel 2012 la filiale brasiliana della fabbrica di auto tedesca aveva deciso di mandarlo fuori produzione. In pensione. L'uscita di scena di un mezzo-icona non poteva non suscitare rimpianto e un generoso pizzico di nostalgia. Quel muso appena bombato con al centro il simbolo della V (di Volks, popolo) e W (di Wagen, auto) racchiuse in un cerchio, il doppio colore, l'inconfondibile sagoma da pulmino-giocattolo che correva sulle strade sarde dei primi anni Sessanta, risvegliava ricordi lontanissimi di quando l'Isola era un paradiso terrestre da esplorare e “Bulli” aiutava nell'impresa quegli avventurosi turisti tedeschi, spesso i primi a scoprire bellezze che i sardi trascuravano. Qualche volta è stata addirittura il tetto su quattro ruote di studenti tedeschi arrivati in Italia per diventare medici in Italia.

Per molti è stato il simbolo degli hippy, dei capelloni, di Woodstock, della trasgressione. Come ricordava bene Markus Zimmerhackl, professore di Scienze alla scuola media di Cagliari e di tedesco all'Acit Cagliari (associazione culturale italo-tedesca) che con i compagni di liceo raggiunse con Bulli Parigi da Weinheim per un weekend. Così lo ricordava sulle pagine dell’Unione Sarda: «Era un modello che aveva un eccellente tettuccio in legno e acciaio e così facemmo campeggio. Ma mentre percorrevamo i Champs Elysées venimmo circondati dalla polizia: cercavano stupefacenti. Trovarono solo vino, che per di più scambiarono per petrolio».

Nato nel cuore della Germania industriale come muletto da fabbrica, con il motore del Maggiolino (altro mito tedesco, la cui riedizione non ha avuto altrettanta fortuna) posto a sbalzo dietro e con la trazione posteriore, Bulli non ebbe in principio l'onore di un nome ma solo di una sigla: T1. E sarebbe rimasto chiuso nella fabbrica di Wolfsburg se la filiale olandese della VW non avesse proposto di commercializzarlo come mezzo da lavoro a basso costo. Il successo fu immediato. Il T1 e il suo successore T2 divennero un formidabile strumento lavorativo nella Germania post-bellica. Il suo soprannome invece non fu mai adottato ufficialmente perché una fabbrica di trattori aveva già registrato il marchio, sia pure con la Y. Però il termine, derivante dalle iniziali delle parole tedesche Bus e Lieferwagen (furgone), tenute insieme da una elle in più, evocava un calzante aggettivo: bullig, forte, muscoloso. In Europa era andato fuori produzione nel 1979, diventando subito un mezzo da collezione per nostalgici.

Adesso torna elettrico e moderno. Ma quella piccola casa su quattro ruote, così tedesca ed efficiente, tornerà a percorrere le strade dei sogni illuminata ora dai folletti di Star Wars?

© Riproduzione riservata