Massimo Rastelli riparte da dove tutto ebbe inizio. Per lui il presente si chiama Avellino, dove è un idolo riconosciuto anche per i suoi trascorsi da giocatore. Il tutto, in Irpinia, sono i suoi successi: la promozione in Serie B con i Lupi, la quasi Serie A nell’estate del 2015 ai playoff che gli garantirono la chiamata del Cagliari.

Allenatore e giocatore: stesse vittorie, uguale blasone. In rossoblù – dove arrivò dopo una rescissione burrascosa assieme a Fabio Pisacane proprio dalla Campania – conquistò la promozione da primo in classifica in  Serie A, un inedito in Sardegna, e nel 2017, nell’ultima annata giocata nel vecchio stadio Sant’Elia, l’undicesimo posto nella massima categoria, tutt’ora il risultato più importante della gestione di presidenza Giulini.

La piazza. Avellino resta, assieme a Cagliari, la tappa più prestigiosa della sua carriera. Da qualche anno in Serie C, il club che fu della famiglia Sibilia e che schierò in Serie A e B i fratelli Piga, Dirceu, Tacconi, Barbadillo e Juary per citarne alcuni, non se la passa benissimo, almeno a guardare una classifica non in linea con le aspettative della vigilia, ma che forse rispecchia la campagna di rinnovamento effettuata in estate dalla dirigenza: “Il direttore sportivo mi ha chiesto la disponibilità di incontrare la società dopo la partita contro il Cerignola e la sua chiamata ha smosso le acque”, ha detto Rastelli nella conferenza stampa di presentazione.

“In seguito mi è arrivata la chiamata del presidente che ha pronunciato le parole che volevo sentire. Si è acceso quel fuoco giusto. Mi sono preso qualche ora per riflettere e ho dato la mia disponibilità. La trattativa è durata poco perché l’intesa è arrivata subito poiché la società ha sposato le mie idee. Mi ha spiegato che cosa vuole fare in un anno e mezzo e ho detto sì. Abbiamo la stessa visione. Dobbiamo pensare al presente, con l’idea di intraprendere un nuovo corso. Da parte mia c’è volontà, attraverso il lavoro, di rimetterci in carreggiata, migliorando la classifica”.

Rilancio. Proprio per i suoi trascorsi, l’ex tecnico del Cagliari resta uno tra i tecnici più stimati dai sostenitori dei Lupi, che in lui confidano per risalire la china dopo diverse stagioni di anonimato, tra cui una in Serie D, quando a contendere la promozione in terza serie ai biancoverdi fu il Lanusei.

"Sono felice di essere ritornato qui e, se l'ho fatto, è perché penso che ci siano le condizioni giuste per un rilancio. E' normale che, quando si ritorna in un posto dove si è stati apprezzati, c'è sempre un pizzico di emozione”.

Per Rastelli inizia quindi un nuovo percorso: a 53 anni, il tecnico napoletano cerca di ritrovare entusiasmo e successi che, dopo Cagliari, sono stati pochissimi: prima i playoff per la A falliti con la Spal, poi l’esonero patito a Pordenone sempre in B con tanto di strascichi polemici sollevati dal club sulle scelte tecniche, ne avevano minato la nomea di vincente.

Avellino, che come Cagliari è un po’ la sua casa, è forse la piazza giusta per riprendere la retta via della vittoria.

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