Giusto, anzi obbligatorio impegnarsi a sbugiardare le bufale messe in circolazione dai no vax. Ma, nel frattempo, occorre anche fare un bagno di umiltà e una sorta di coming out. Perché non c’è persona che nella sua vita non abbia creduto a una notizia falsa. A una leggenda metropolitana, per intendersi. E, guarda caso, il viaggio tra queste storielle affascinanti nasce proprio da un intervento anti green pass del filosofo Giorgio Agamben: per criticare le misure prese dai governi contro il Covid-19, il filosofo cita i suicidi di massa dei lemmings (che si toglierebbero la vita gettandosi dalle scogliere), graziosi roditori erbivori che vivono nel nord Europa e nel Canada settentrionale.

Una leggenda metropolitana che hanno sentito un po’ tutti. E che nasce da un colossale falso creato da James Algar, regista del documentario “White wilderness”: nel 1958, il suo film, prodotto da Walt Disney, vise l’Oscar e l’Orso d’oro al festival di Berlino. Peccato che le immagini di quel suicidio di massa fossero palesemente false: il film fu girato nell’Alberta, regione nella quale i lemmings non vivono. Non solo, in quella regione non c’è il mare. E quindi non ci sono neanche le scogliere da cui buttarsi.

A svelare la verità su questa (e su tante altre) leggende metropolitane è il libro di Severino Colombo “101 stronzate a cui abbiamo creduto tutti almeno una volta nella vita”.  I lemmings, spiega l’autore, hanno una grande capacità riproduttiva: addirittura, una femmina più avere sino a ottanta cuccioli l’anno. Il ciclo riproduttivo, però, è quadriennale: ovviamente sono grandi le oscillazioni di popolazione all’interno della colonia.

E, quando un gruppo diventa particolarmente numeroso, una parte va alla ricerca di cibo in un altro luogo. Può accadere che, durante questi spostamenti, si trovino davanti a corsi d’acqua che non riescono ad attraversare. O, magari, arrivino proprio a ridosso di scogliere: probabilmente, quelli che arrivano da dietro spingono quelli che stanno davanti, provocando la caduta di alcuni roditori.

Il buon Agamben deve farsene una ragione: per giustificare la sua avversione nei confronti del green pass ha scelto l’esempio sbagliato.

Ma avrebbe fatto una figura peggiore se avesse citato altri animali protagonisti di una leggenda metropolitana: i coccodrilli bianchi nelle fogne di New York. Una storia che nasce nel 1935, data del primo, presunto, avvistamento di un coccodrillo (ancora del suo colore naturale) da parte di alcuni ragazzi che, spaventati, lo presero a colpi di pala. La conferma, qualche tempo più tardi, arrivò addirittura da parte del sovrintendente delle fogne di New York Teddy May il quale sostenne di aver individuato, durante un sopralluogo, una colonia di piccoli alligatori. E, proprio grazie a queste parole, la leggenda metropolitana prese ancora più corpo. E, nel frattempo, cambiò il colore degli alligatori, diventati bianchi perché, probabilmente, nati e cresciuti in ambienti privi di luce.

Una storia che arrivata sino ai nostri tempi. E che continua a sopravvivere nonostante non esista alcuna prova dell’esistenza di questi strani animali. Addirittura “Monster Quest”, trasmissione di un’emittente statunitense, ha inviato una troupe a scandagliare i canali fognari di New York. Ovviamente, è tornata indietro a mani vuote. O, a voler essere precisi, ha trovato un ospite assolutamente inatteso, una salamandra. Ma nessun coccodrillo bianco.

Sarebbero, invece, del loro colore naturale i presunti coccodrilli individuati nelle fognature di grandi città europee, in particolare, di Napoli e di Roma. Ovviamente, né nel Tevere né nel sistema fognario del capoluogo campano si sono registrate queste inquietanti presenze. In compenso, un coccodrillo in carne, ossa e pelle è stato davvero rinvenuto in Campania. Nel terrazzo con vasca di un condominio di Orta di Atella, in provincia di Caserta. A ritrovarlo gli agenti della Direzione investigativa antimafia, intervenuti per arrestare Antonio Cristofaro, nipote di un boss. Il rettile lungo un metro e settanta, del peso di 40 chili, non aveva solo funzione “ornamentale”: nutrito con conigli e topi vivi, veniva utilizzato per intimidire gli imprenditori che non pagavano il pizzo.

© Riproduzione riservata