I numeri non lasciano spazio ai dubbi: con 145 match tra Serie A e B e 4 reti, di cui una al Milan – la sua prima gioia in Serie A, l’ultima regalata dal Cagliari ai suoi tifosi al Sant’Elia – Fabio Pisacane va annoverato di diritto tra le bandiere rossoblù. «Ho ricevuto una chiamata e al Cagliari non potevo dire di no», ha detto di recente nel presentarsi nel ruolo di collaboratore tecnico di Fabio Liverani, nuovo allenatore dei rossoblù ai quali trasferirà la sua esperienza di campo e di vita. Perché, per tornare in Serie A, servirà prima di tutto carattere: quello che il centrale napoletano metteva in campo in ogni partita, trasformandosi talvolta in un highlander del pallone. 

La scelta. A 36 anni e con il ginocchio che ha fatto crac un’altra volta, ha preso la decisione di smettere con il calcio giocato. E così Pisacane è entrato nello staff tecnico del Cagliari in punta di piedi, seppur forte di sei anni con indosso una maglia che ormai gli appartiene. È un ritorno a casa in grande stile. «Per me è l’anno zero», ha detto: «Riparto da dove tutto è nato, con l’entusiasmo del primo giorno». Nell’estate del 2015, con la squadra più blasonata dell’Isola appena retrocessa in B e l’ambiente in depressione sportiva, Fabio Pisacane arrivò dall’Avellino al seguito del tecnico Massimo Rastelli. La promozione in Serie A fu conquistata dopo appena una stagione e il 18 settembre 2016 esordì nella massima serie a 30 anni in Cagliari-Atalanta 3-0. Per Pisacane quella fu una stagione magica: il quotidiano britannico The Guardian lo premiò come calciatore dell'anno. Ciliegina sulla torta: il 28 maggio 2017 segnò il suo primo gol in A, quello della vittoria per 2-1 contro i rossoneri. Il rapporto con il Cagliari si è chiuso all’inizio del 2020, pare per incomprensioni con l’allora allenatore Eusebio Di Francesco. È passato al Lecce, il ginocchio si è rotto per la seconda volta e ha smesso di giocare. Nel frattempo ha deciso di iscriversi a Scienze della Comunicazione e di stabilirsi a Cagliari con la famiglia. «Il destino ha voluto che tornassi dopo una retrocessione, ma vedrete: lo scoramento svanirà quando ci saranno i tre punti in palio. Siamo in Serie B come quando sono arrivato qui la prima volta, sette anni fa: speriamo che il contesto sia di buon auspicio come nel 2015». È entusiasta dei baby promossi in prima squadra: «Possono dare tanto al gruppo. Boccia simile a me? Noi difensori brevilinei ci assomigliamo, gli ho consigliato di tenere i calzettoni sollevati come facevo io e avere una mentalità da combattente. Il paragone ci sta, anzi penso sia più forte di me e lo dimostrerà».

Le indiscrezioni. Prima dell’accordo con il Cagliari, il nome di Pisacane era stato accostato all’Olbia, secondo alcuni come sostituto di Max Canzi, passato alla Turris. Ma, alla fine, era il ritorno in rossoblù l’obiettivo del difensore napoletano, che in passato ha superato una malattia che avrebbe potuto compromettere molto di più della sua carriera sportiva. Lui ha già le idee chiare: «Ho bisogno di fare esperienza nel nuovo ruolo e ho la fortuna di lavorare con uno staff molto preparato. Uno dei pregi di Liverani è che, con lui, tutti facciamo tutto: al di là delle gerarchie, siamo tutti coinvolti nelle scelte». Il futuro dirà se Pisacane potrà fare anche l’allenatore. Magari proprio nel Cagliari.

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