Uno vive nella vera stanza dei bottoni, l’altro in una casa dove non ci sono neanche le maniglie. Vite opposte, senza niente che le accomuni. Eppure, a sfogliare la rassegna stampa internazionale degli ultimi giorni si parla sempre e solo degli stessi due italiani. Uno si chiama Mario Draghi e tenta di traghettare l’Italia tra le onde della crisi e della pandemia. L’altro è Mauro Morandi che per 32 anni ha vissuto in uno degli angoli più burrascosi del pianeta e che ora deve riprendere il mare per tornare sulla terraferma. Al premier che finisce sui più prestigiosi giornali del mondo, passando dalle pagine della politica a quelle dell’alta finanza, tocca ogni giorno fronteggiare le fronde interne alla maggioranza, mediare con la Commissione europea e provare a dare forma a quel piano di rinascita che servirà al Paese per uscire dalla trappola del Covid e dal pantano di una crisi sedimentata da danni. A Mauro Morandi, che nel mondo è ormai famoso come il custode dell’isola di Budelli, è bastato andare su Facebook e scrivere poche parole: «Adesso basta, mi sono rotto, vado via». In un battibaleno i network del mondo hanno ripubblicato le sue foto, raccontato di nuovo la sua storia e annunciato l’epilogo di una vicenda che sembrava una favola col lieto fine. Il risultato che esperti di comunicazione, uffici stampa e social media manager avrebbero sognato, l’eremita di Budelli l’ha ottenuto con la spontaneità di uno sfogo persino un po’ sgrammaticato: senza strategia, senza hashtag, senza conferenze stampa e senza dirette. La potenza di un’avventura, dell’immagine della sabbia rosa, della spiaggia proibita e del sogno del mare più blu. 

L'ex custode all'alba nel punto più alto dell'isola (foto di Nicola Pinna)
L'ex custode all'alba nel punto più alto dell'isola (foto di Nicola Pinna)
L'ex custode all'alba nel punto più alto dell'isola (foto di Nicola Pinna)

Del vecchietto costretto a lasciare il rifugio in mezzo al mare, l’ex insegnante modenese che voleva andare in Polinesia e che invece si è fermato in Sardegna, si racconta in questi giorni in quasi tutte le lingue del mondo. In cinese e in cirillico, in arabo e in spagnolo, in francese, in tedesco e ovviamente in inglese. Sul web e sui social, sulle prestigiose pagine del Guardian e sugli schermi della Bbc e della Cnn, che Budelli la descrive come «un’isola idilliaca». Il più grande spot per la Sardegna è quello che la Sardegna non ha studiato e neanche pagato. E mentre la Regione ancora non ha aderito all’edizione digital della Bit di Milano ecco che spunta la ribalta internazionale: la caletta rosa e il mare incantevole in cui è vietato tuffarsi sulla home dei giornali americani, sui siti di news del Cile e della Colombia, nelle riviste di viaggi dell’Olanda, della Nuova Zelanda e della Repubblica Ceca. L’esilio dell’esiliato è la notizia da prima pagina: l’uomo che ha sfidato il vento dell’inverno e affrontato lunghissimi periodi di isolamento ora perde contro la burocrazia. E così il difensore del gioiello naturale del parco dell’Arcipelago di La Maddalena (non sempre tanto amato dai suoi concittadini acquisiti) deve battere la ritirata, accusato di abusi edilizi e di aver occupato il patrimonio pubblico.

La famosa spiaggia rosa (foto di Nicola Pinna)
La famosa spiaggia rosa (foto di Nicola Pinna)
La famosa spiaggia rosa (foto di Nicola Pinna)

Quando Mauro Morandi è finito per caso sul piccolo atollo, un po’ verde e un po’ rosa, sulla spiaggia c’era un grande cartello: «Proprietà privata». Era il 1989 e quell’uomo un po’ curvo che ora compare sui giornali di tutto il mondo era giovane e in forma. Faceva l’insegnante di educazione fisica nella sua Modena ma inseguiva una vita lontano dalle città. Sognava la Polinesia e aveva già comprato un catamarano per arrivarci. «Invece mi sono fermato qui, due giorni prima che il vecchio custode andasse in pensione. Un caso, anzi una fortuna. Da quel giorno di luglio non mi sono più mosso». Da allora al 2017 Budelli era proprietà di una società immobiliare affogata nei debiti: lui non prendeva lo stipendio da oltre 20 anni e quando l’isola l’ha acquistata il Parco nazionale (dopo la rinuncia di un magnate neozelandese che aveva già ideato un discusso master plan) ha potuto finalmente riscuotere i crediti. Tanti soldi sì, ma non sufficienti a cancellare il richiamo del selvaggio o a stroncare quella specie di cordone ombelicale con la natura. E così l’ex professore ha continuato a vivere in mezzo al mare. Ma quando di mezzo c’è un ente pubblico, si sa, le cose si complicano sempre e così si è iniziato a ragionare di condizioni di sicurezza di quell’ex forte militare diventato la casa di Morandi, dei piccoli lavori realizzati per rendere un rudere un luogo più sicuro e di un progetto di bonifica. Operazione rinviata per anni, col rischio sempre dietro l’angolo dello sgombero. 

Morandi nella sua piccola camera\u00A0(foto di Nicola Pinna)
Morandi nella sua piccola camera\u00A0(foto di Nicola Pinna)
Morandi nella sua piccola camera (foto di Nicola Pinna)

Per assicurare al custode di esaudire il sogno di morire a Budelli c’è stato l’impegno di qualche ministro e si sono mobilitate migliaia di persone da tutto il pianeta: quelle che sono arrivate qui in vacanza e quelle che l’ultimo eremita l’hanno visto solo in tv o conosciuto sui social. Quelli che ogni estate passano in barca e salutano da lontano e quelli che da anni gli scrivono lettere (pure d’amore) e fanno arrivare in ogni modo i ringraziamenti per aver tenuto alla larga chi il divieto di calpestare la spiaggia rosa e di nuotare in questa fetta di blu lo ha violato di giorno e persino di notte. Ora che stanno per arrivare gli operai e per Mauro Morandi è l’ora di sgomberare, di portar via i pochi vestiti, i libri, le sculture di legno e persino quella copertina che un tempo gli dedicò PlayBoy. Le lacrime hanno sopraffatto la rabbia, ma non quel desiderio che al momento della ripartenza vale la pena ribadire: «Sarei voluto andar via solo da morto, con la certezza che l’anima sarebbe rimasta per sempre qui. I programmi stanno cambiando ma un desiderio resta: le mie ceneri dovranno essere sparse in questo mare».

L'ora della cena a Budelli\u00A0(foto di Nicola Pinna)
L'ora della cena a Budelli\u00A0(foto di Nicola Pinna)
L'ora della cena a Budelli (foto di Nicola Pinna)

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