“Se mi ami, mi ammazzo con la Nutella”. è un indimenticabile titolo dell’Europeo di quasi 40 anni fa, per la recensione del film “Bianca” di Nanni Moretti, uscito nel 1984. Michele Apicella (interpretato dallo stesso regista), nevrotico e ossessionato professore di matematica della scuola Marilyn Monroe, preferisce troncare la relazione appena sbocciata con la prof di francese, Bianca (Laura Morante), perché non è «abituato alla felicità». A una relazione vera, concreta, “preferisce” un gigantesco barattolone di Nutella nel quale rifugiarsi e nascondersi. Se per i Michele Apicella di questa terra la Nutella è un cibo confortevole che lenisce le insoddisfazioni della vita, per il resto del mondo la crema di nocciole, nata ad Alba negli stabilimenti Ferrero, è una fedele compagno di strada, una di quelle “cose che per fortuna ci sono”, una sicurezza sempre uguale, a iniziare dall’etichetta mai cambiata o corretta – una bella N nera, seguita dalla scritta rossa. Ed è così da 58 anni, festeggiati ora, in aprile, il 20 per essere precisi.

Quale altro cibo per le colazioni e le merende dei bambini di mezzo mondo ha avuto così tante citazioni nel cinema, nella musica o nei libri?

Giorgio Gaber la inserì nella famosa canzone sull’ideologia, “Destra-Sinistra”, dove, forse osando un po’, la etichettava come “ancora di sinistra”, mentre la cioccolata svizzera è certamente “di destra”. Ivan Graziani le dedicò addirittura un'intera canzone pop-erotica (“Lanutella di tua sorella”), in cui invocava massaggi a base di crema alla nocciole, ma azzardava anche qualche metafora a sfondo sessuale. Si rifugiano nel rassicurante sapore della Nutella anche i protagonisti di alcuni brani di Articolo 31, Negrita, Dj Francesco. E poi c'è la bibbia dei super appassionati ovvero “Nutella Nutellae” di Riccardo Cassini, in cui la crema della Ferrero diventa la protagonista dei grandi classici della letteratura. Un esempio, il De bello Gallico di Cesare, il cui incipit “Gallia est omnis divisa in partes tres (…) diventa “Nutella omnia divisa est in partes tres: Unum: Nutella in vaschetta plasticae. Duum: Nutella in vitreis bicchieribus custodita. Treum: Nutella sita in magno barattolo….Senza parlare delle decine di libri di cucina dedicati al prodotto, un caso raro nel mondo dell'editoria gastronomica. Ma se la Nutella e gli altri prodotti della casa di Alba sono diventati così familiari e hanno invaso le case di tutti, si deve molto anche alle pubblicità, spot e slogan decisamente azzeccati, come la semplice domanda “Che mondo sarebbe senza Nutella?”. Già, che mondo sarebbe?

La vulgata racconta che la celebre crema sia nata per fronteggiare una crisi che rischiava di compromettere il settore delle produzioni di cioccolato. Colpa di Napoleone Bonaparte che nel 1806 vietò il commercio tra i paesi soggetti al governo francese, Italia compresa, e le navi britanniche: il risultato è che molti prodotti che all’epoca venivano importati dal Centro e Sud America, come canna da zucchero e cacao, cominciarono a scarseggiare e i prezzi a lievitare. Così, gli operosi piemontesi, per non fermare la produzione di cioccolatini, decisero di sperimentare prodotti regionali come le barbabietole dolci al posto dello zucchero di canna e le nocciole dei boschi di Alba al posto del cacao.

Questi ingredienti aiutarono, nel dopoguerra, il pasticcere Pietro Ferrero di Alba a creare un’alternativa più economica al cioccolato: nasce così “pasta Giandujot” (Gianduia è la maschera di Torino), un panetto da tagliare a fette da spalmare sul pane.  Più tardi Ferrero riesce a trasformare la “pasta Giandujot” in una crema ancora più morbida che battezza SuperCrema. È un successo straordinario. Ma la SuperCrema, nel nome, non ha lunga vita: una legge del 1962 vieta i superlativi riferiti al cibo. Così Michele Ferrero, figlio di Pietro, propone una nuova parola, frutto di un colpo di fantasia, una sintesi tra “nut” (nocciola in inglese) e “ella”, parola con un suono morbido e femminile. È nata così, nel 1964, la Nutella. Che dal 2007 ha addirittura un World Nutella Day, un francobollo per il mezzo secolo di vita e un mondo fedele di sostenitori.​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​

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