Fischi, battute, gesti, labbra schioccate, finti complimenti, allusioni sessuali, suoni di clacson, inseguimenti. È l'insieme dei comportamenti "da strada" che hanno come bersaglio preferito le donne, costrette a vedersela con atteggiamenti invasivi che ledono i loro diritti di movimento, di libertà, di sicurezza. Un fenomeno che prende la forma del "catcalling": vere e proprie molestie capaci di provocare sentimenti contrastanti come imbarazzo, paura, vergogna, impotenza in chi si trovare costretto a subirle.

I NUMERI Secondo le statistiche l'88 per cento delle donne italiane ha dovuto fare i conti almeno una volta nella vita col catcalling. Fenomeno superiore a quello certificato negli Stati Uniti, dove si scende all'84 per cento. E ora si sta accendendo un dibattito sulla necessità di dare una regolamentazione giuridica in grado di fermare le battute volgari, i riferimenti sessuali che offendono la dignità delle donne, prese di mira sempre e soprattutto quando sono sole e nell'impossibilità di difendersi.

Diletta Mureddu, psicoterapeuta (foto archivio L'Unione Sarda)
Diletta Mureddu, psicoterapeuta (foto archivio L'Unione Sarda)
Diletta Mureddu, psicoterapeuta (foto archivio L'Unione Sarda)

L'ANALISI Diletta Mureddu, responsabile delle politiche di genere della Cgil sarda, premette che il termine catcalling non rende bene la portata del problema: "E' più giusto parlare esplicitamente di molestie di strada, perché a questo ci riferiamo. Un fenomeno insopportabile che non può essere sminuito o sottovalutato". La psicoterapeuta cagliaritana osserva che alla base del problema c'è un'idea di violenza sommaria: "La donna viene spersonalizzata, percepita soltanto come un oggetto che cammina e su cui riversare le proprie attenzioni sessuali. L'autore di questi apprezzamenti gratuiti e non graditi è un uomo immaturo e incapace di tenere a freno i suoi istinti primordiali, è colui che vede nella donna solo un corpo senz'anima".

SUI SOCIAL Nei giorni scorsi l'argomento è diventato di attualità dopo lo sfogo su Instagram di Aurora Ramazzotti, figlia di Eros e Michelle Hunziker: "Possibile che nel 2021 succeda ancora il fenomeno del catcalling? Appena mi tolgo la giacca sportiva perché sto correndo e fa caldo devo sentire fischi, commenti e altre schifezze. Mi fa schifo. E se sei una persona che lo fa, mi fai schifo". L'esposizione mediatica dell'influencer 24enne con oltre due milioni di follower ha fatto il resto, aprendo un dibattito e scatenando polemiche, arrivando fino al prestigioso The Times: il quotidiano londinese cita la foto della ragazza americana immortalata da Ruth Orkin a Firenze nel 1952 mentre passa davanti a una dozzina di uomini che la importunano. E si fa riferimento a una tradizione tutta italiana delle molestie da strada. LE POLEMICHE A mettere pepe sul catcalling si è aggiunto lo youtuber Damiano Coccia Er Faina, autore di un'uscita infelice per replicare alla Ramazzotti: "Uno passa, vede due belle gambe" e non può dire "A fantastica", argomenta lui, prima di essere costretto dagli attacchi social a fare retromarcia con tanto di scuse. A rafforzare la sensazione insopportabile delle molestie di strada è l'attrice Vittoria Puccini: "L'ho vissuto sulla mia pelle, mi ha sempre dato fastidio. È una violenza, un'aggressione. Da ragazzina ho subito queste molestie e ti lasciano un segno di disagio", ha raccontato in tv. "Nessuno deve permettersi di farlo, soprattutto quando queste molestie, questi insulti sono rivolti e una ragazza giovane che non ha la forza di farseli scivolare". L'Associazione Differenza Donna fa un ritratto impietoso del fenomeno: "Le molestie di strada sono l'espressione di una dinamica di potere del genere maschile su quello femminile. Sono il frutto di una cultura patriarcale che considera il corpo delle donne un oggetto da ricondurre esclusivamente al desiderio maschile".

IL TERMINE INGLESE Il catcalling (o street harassment) è la molestia di strada, l'insieme di comportamenti che parte dai fischi e arriva ai gesti volgari e offensivi, alle espressioni con allusioni sessuali. Il termine nasce letteralmente dai richiami che vengono rivolti ai gatti per ottenere la loro attenzione. Il risultato è il senso di paura, disagio, impotenza, rabbia di chi si sente preso di mira e non ha alcuna possibilità di difendersi.

IL FUTURO Sui social stanno nascendo numerosi movimenti di opinione che tendono a dare sempre più visibilità al fenomeno del catcalling. Ma la strada è ancora lunga, anche per la difficoltà di dare una connotazione giuridica al problema. In alcuni Paesi - Francia in prima fila - le molestie di strada sono già reato e prevedono sanzioni pecuniarie sino a mille euro, sempre che non si ravvisino comportamenti più rilevanti penalmente. Diletta Mureddu ricorda che "al Senato è fermo il progetto di legge del deputato Alessandro Zan, inspiegabilmente bloccato da alcune forze politiche dopo la prima approvazione alla Camera". Il via libera definitivo del testo assicurerebbe conseguenze penali per chi commette atti di discriminazione fondati sul sesso, sull'orientamento sessuale o sull'identità di genere o sulla disabilità. "Sarebbe un punto d'arrivo decisivo", sottolinea la psicoterapeuta: "Si arginerebbe il problema delle molestie contro le donne, così come quello degli insulti omofobi o transfobici. Sarebbe una grande conquista di civiltà e di rispetto".
© Riproduzione riservata