I loro punti, accumulati negli anni, sono stati svalutati in uno schiocco di dita, nella notte in cui è morta Alitalia ed è nata Ita Airways. Così i vecchi soci di Millemiglia, il programma fedeltà della vecchia compagnia di bandiera, hanno deciso di avviare una class action da 1,3 milioni di euro. E la battaglia legale, iniziata nei giorni scorsi con l’iscrizione della causa a ruolo, parte dalla Sardegna. I promotori del comitato sono i tre cagliaritani Marco Di Martino, Yuri Marcialis e Carlo Capalozza, che hanno raccolto le adesioni di quasi 200 persone sparse per l’Italia.

“Per circa 40 anni ho diretto un consorzio di imprese e ho viaggiato per lavoro. Quasi sempre con Alitalia, visto che per decenni, prima dell’arrivo delle low cost, è stata la compagnia di riferimento per l’Isola”, racconta Di Martino, ingegnere, portavoce del comitato. “Negli anni, come tante altri viaggiatori, ho accumulato tanti punti. Quando Alitalia ha smesso di volare, sono stati cambiati i parametri di attribuzione dei premi. Per intenderci: prima con 80mila punti si aveva diritto a un volo Roma-New York andata e ritorno in classe Magnifica. Un biglietto del valore di almeno 4.500 euro. Ora con i nuovi criteri quello stesso numero di punti vale un voucher di 250 euro da spendere sulla piattaforma Lastminute.com. Il deprezzamento, deciso in maniera unilaterale, è evidente”.

Insomma: fino a ottobre 2021 un miglio Alitalia valeva più di cinque centesimi di euro. Dopo lo stop della compagnia il loro valore è sceso fino a 3 millesimi di euro. Non solo: “Il programma Millemiglia”, ricorda Di Martino, “concede anche la possibilità di acquistare le miglia mancanti al raggiungimento delle soglie che danno diritto ai premi. E in questo caso un punto viene venduto a 0,025 euro, otto volte di più di quanto siano valutate le miglia quando ci sono i premi da attribuire”.

L'imbarco di un volo nell'aeroporto di Cagliari
L'imbarco di un volo nell'aeroporto di Cagliari
L'imbarco di un volo nell'aeroporto di Cagliari

Ecco perché i circa 200 passeggeri che hanno aderito alla class action e mettono insieme un tesoretto di 50 milioni di punti pretendono una rivalutazione. “Chiediamo che un punto valga almeno 0,025 centesimi”, riassume Di Martino. Per Millemiglia si tratta di un braccio di ferro da 1,3 milioni.

Ottenerli non sarà facile ma neanche impossibile: “La società Alitalia Loyalty, che controlla il programma Millemiglia, ha chiuso il bilancio del 2021 con 9 milioni di utili, che possono essere usati per risarcire i clienti”.

La prima udienza della class action, che si terrà di fronte al tribunale delle imprese di Roma, nona sezione, deve essere ancora fissata.  E non è escluso che strada facendo qualche altro titolare della carta Millemiglia, che nel mondo contava circa 6,5 milioni di clienti per circa 40 miliardi di punti, si unisca alla battaglia legale.

Alitalia Loyalty è uno dei pochi asset che rimangono nel portafoglio di Alitalia in amministrazione straordinaria. Dopo due bandi per la vendita, nessuno si è fatto avanti con convinzione per rilevare il programma Millemiglia. Ovviamente una svolta è attesa dopo la chiusura delle trattative con Lufthansa.

Nell’ultimo anno è stata completata la vendita del ramo aviation e del marchio Alitalia a Ita Airways, oltre alla cessione dei servizi a terra alla  svizzera Swissport dello scorso maggio.

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