Quando non si nasce ricchi, ma lo si diventa grazie ad un colpo di fortuna, come la vincita di un consistente montepremi, oppure per meriti artistici o sportivi, sembra quasi scontato devolvere una parte del proprio denaro in beneficenza, perché di solito chi sa cosa significa guadagnarsi il pane quotidianamente non dimentica il proprio passato di ristrettezze e si sente solidale con chi è meno fortunato. Ma sorprende sentire che questa sensibilità appartenga anche a qualcuno che fin dalla nascita ha vissuto tra gli agi in una splendida villa al centro di Vienna ed è l’erede dell’impero farmaceutico BASF: si tratta della trentaduenne Marlene Engelhorn, che nel 2022 ha ereditato dalla nonna, Traudl Engelhorn-Vecchiatto, 28 milioni di euro e ha subito dichiarato che il novanta per cento sarebbe stato destinato a cause sociali.
Si potrebbe pensare che fossero solo belle parole, ma la giovane milionaria, invece, ha preso a cuore la sua missione di filantropa, evitando di costituire una fondazione benefica privata, ma chiedendo alla comunità di partecipare democraticamente alla redistribuzione della sua ricchezza: ha assoldato, quindi, un gruppo di ricerca che ha vagliato le candidature di diecimila persone residenti in Austria (estratte a sorte e a cui era stato chiesto di rispondere ad un sondaggio) e ne ha scelte cinquanta per formare il «Consiglio per la redistribuzione». Questo campione, variegato per età ed estrazione sociale, ha avuto il compito di decidere a chi sarebbero andati i 25 milioni di euro a cui Marlene Engelhorn ha deciso di rinunciare. Per garantire la partecipazione e l’indipendenza economica dei membri del Consiglio, ciascuno ha ricevuto un compenso e la copertura di tutte le spese.
Dopo aver affrontato un periodo di formazione, il Consiglio si è riunito più volte e, infine, ha individuato i 77 destinatari che riceveranno dai 40 mila euro a 1,6 milioni di euro: si tratta di enti di beneficenza, think tank e associazioni che operano in vari ambiti, tra cui ambiente, inclusione sociale, sanità e istruzione.
Marlene Engelhorn, visto che la tassa di successione in Austria è stata abolita nel 2008, ha deciso di tassarsi da sola, convinta di dover rendere quello che le appartiene solo per la fortunata nascita in una famiglia di milionari e non per suoi meriti: «Se i politici non fanno il loro lavoro e non redistribuiscono, allora devo ridistribuire io stessa la mia ricchezza», ha spiegato durante una conferenza stampa, aggiungendo che «molte persone faticano ad arrivare a fine mese con un lavoro a tempo pieno e pagano le tasse su ogni euro guadagnato dal lavoro. Lo considero un fallimento della politica, e se la politica fallisce, allora i cittadini devono affrontarlo da soli».
E se pensate che sia la solita ricca stravagante, potete ricredervi perché la giovane ereditiera fa parte di un gruppo di 49 ultramilionari che la pensano come lei e il cui motto è «Tax Me Now»: la stessa Engelhorn al summit di Davos del 2022 si è presentata con un cartello su cui era scritto «In tax we trust», ovvero «Crediamo nelle tasse». Durante le riunioni online del World Economic Forum del 2022 erano stati ben 102 i milionari, facenti parte dei «Millionaires for Humanity», dei «Patriotic Millionaires» e del gruppo che si identifica nei «Tax me now», che avevano firmato una lettera in cui chiedevano di pagare più tasse. «Mentre il mondo ha sofferto in questi due anni - scrivevano - molti di noi possono dire di aver visto aumentare la loro ricchezza durante la pandemia. Pochi di noi, forse nessuno, può invece dire onestamente di aver pagato il giusto di tasse». E quindi avevano invitato i Governi a tassarli di più e subito. Tra i 102 firmatari non c’era nessun italiano, anche se nel gruppo ristretto dei «Millionaires for Humanity» figura Leonardo Turra, a capo della Turra Petroli.

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