I "Protocolli dei Savi di Sion" sono stati la bufala storica che ha creato le basi "culturali" per l'antisemitismo. Smentiti, continuano a circolare negli ambienti razzisti. E, se allora nel mirino c'erano gli ebrei, adesso ci sono i migranti. Anche in questo caso, naturalmente, non può mancare la fake news storica, il "Piano Kalergi". Secondo questa delirante tesi, ci sarebbe un disegno per far arrivare in Europa milioni di persone allo scopo di avere lavoratori a basso costo e di creare un meticciato debole e, dunque, facilmente manipolabile.

Che sia una sciocchezza, conoscendo il personaggio che dà il nome a questo piano, lo capirebbe anche un bambino: il conte Richard Nikolaus di Coudenhove-Kalergi era un aristocratico austro-giapponese nato nel 1894 e morto nel 1972. Ed era soprattutto un sognatore che, prima di altri, aveva concepito l'idea di un'Europa unita. Eppure negli ambienti xenofobi europei la bufala del "piano Kalergi" continua ad avere facile presa.

E la ha anche in Italia dove è stato rispolverato da Matteo Simonetti che, nel 2015, ha scritto il libro "La verità sul piano Kalergi. Europa, inganno, immigrazione". Come ha fatto Simonetti a scoprire questo misterioso "complotto"? In un'intervista ha raccontato di essersi posto domande "su questa Europa delle crisi indotte, dei popoli che vedono passare il destino sulle loro teste, dell'invasione accettata e autoprocurata". E lui, l'ineffabile Simonetti, ha trovato anche la risposta, nel "piano Kalergi", appunto.

Un personaggio credibile? Nel tour di presentazione, è stato chiamato a Belluno da un'associazione legata a Forza nuova. Tra il pubblico c'era anche il prete lefevbriano Floriano Abrahamowicz, quello che avanza seri dubbi sull'esistenza delle camere a gas e che celebrò una messa commemorativa per l'assassino delle Fosse Ardeatine Erich Priebke. La prima opera in italiano sul "piani Kalergi" che, non poteva essere altrimenti, ha fatto facilmente presa negli ambienti cospirazionisti e nell'estrema destra: a rilanciarlo l'ex responsabile della comunicazione del Movimento 5 Stelle Claudio Messora e, prima di approdare in Parlamento, anche il giornalista Gianluigi Paragone nella trasmissione di La7 "La gabbia". Ovviamente, nessuno sa che cosa sia realmente questo fantomatico "Piano Kalergi". Ma, intanto, la sua presunta esistenza ha portato al diffondersi di concetti come "sostituzione etnica". In pratica, secondo i cospirazionisti, l'immigrazione non sarebbe legata alle guerre, alla fame, alla disperazione che vive nel Terzo mondo. Sarebbe, invece, figlia di un disegno di genocidio degli europei.

Una sciocchezza, ovviamente. Che, però, fece grande presa nell'Europa che stava correndo verso il disastro della Seconda guerra mondiale. Ovviamente, Kalergi finì nel mirino di fascisti e nazisti al punto che lo stesso Hitler lo insultò nel suo secondo libro (fortunatamente mai uscito dalle tipografie). E, quando i nazisti occuparono l'Austria, fu costretto a fuggire in Francia, paese da cui scappò, nel 1940 quando i nazisti invasero il paese transalpino. Una fuga rocambolesca che lo portò in Svizzera e in Portogallo prima dell'approdo definitivo negli Stati Uniti. Un fuga che, sostiene qualcuno, ispirò il personaggio di Victor Laszlo nel film Casablanca.

Ma quali erano gli obiettivi descritti da Kalergi nel suo "Manifesto Pan-Europa"? Sosteneva che, se si fossero stemperate le differenze tra i popoli, la comunità internazionale ne sarebbe uscita rafforzata. La negazione del nazionalismo esasperato che dominava quegli anni. Nessun piano di sostituzione etnica. Anche perché, in quel periodo, a migrare erano gli europei, verso altri paesi del Vecchio continente, verso gli Stati Uniti. E verso l'Africa, da colonialisti.

L'ennesima bufala fatta circolare dai complottisti. Che, tutto sommato, hanno avuto un grande merito. Nonostante esista un premio intitolato a lui, senza le bugie dei cospirazionisti, Kalergi sarebbe stato definitivamente dimenticato. In fondo, era un idealista, non un politico. E, per questa ragione, non è mai stato annoverato tra i padri politici dell'Europa. Mentre nelle sedi comunitarie ci sono edifici dedicati ad Altiero Spinelli, a Konrad Adenauer e a Robert Schuman, su Kalergi sembrava essere definitivamente calato l'oblio.

Grazie ai cospirazionisti, invece, il personaggio è stato studiato da tanti. E ora, per esempio, è noto il fatto che, oltre a ipotizzare un'Europa unita, fu lui a suggerire, nel 1956, di adottare l'Inno alla gioia di Ludwig Van Beethoven come inno ufficiale europeo. Idea che, però, venne concretizzata solo sedici anni dopo, nel 1972 quando Kalergi morì.
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