Luogo di storia e arte, di contraddizioni e di svolte. Luogo di preghiera, di raccoglimento silenzioso ma anche di folla e di estatica ammirazione. I Musei Vaticani sono tutto questo e molto altro, e ogni giorno richiamano migliaia di persone affascinate dalla magia che si ripete appena varcata la soglia dell'imponente ingresso. Serve tempo per smaltire la serpentina della fila, assiepata fin dalle prime ore del mattino nella strada che segna il confine delle mura vaticane. Ne serve poi altro per visitare un sito artistico unico al mondo per estensione e ricchezza. “Non basterebbe una settimana per vedere tutte le sale e per ammirare le innumerevoli collezioni”, afferma con convinzione una guida turistica, seguita da un folto gruppo di turisti. Alcuni scelgono di essere accompagnati per i corridoi lunghi e sfarzosi dei palazzi, altri curiosano qua e là, in autonomia, attenti a non perdere i capolavori più noti. Ogni angolo, però, racconta una storia: decisioni epocali, intrighi e tradimenti, genialità impareggiabili. I Musei Vaticani, fondati da papa Giulio II, nel 1506, e aperti al pubblico nel 1771, per volere di papa Clemente XIV, sono di fatto un insieme di collezioni: dalla Pinacoteca alla Collezione d'arte religiosa moderna; dal Museo Pio-Clementino a quello missionario, egizio ed etrusco. Ancora il Padiglione delle Carrozze e il museo filatelico e numismatico, per arrivare poi ai Palazzi Vaticani, veri e propri luoghi privati dei Papi, utilizzati come residenza o luoghi di preghiera. I punti più affollati sono la Cappella Sistina e le stanze di Raffaello, capolavori artistici che non smettono di destare l'ammirazione dei fortunati che riescono a godere della loro bellezza. Alla Sistina si accede tramite due percorsi, uno breve e l'altro più esteso; una volta che si varca l'ingresso si raccomanda il silenzio e si ricorda il divieto di fare foto e video, anche se il richiamo è costante perché i turisti, rapiti dalla bellezza del contesto, sono travolti dal desiderio di immortalare ciò che hanno davanti agli occhi. Costruita tra il 1475 e il 1481 circa, prende il nome dal papa che la volle: Sisto IV della Rovere. Attualmente sede del conclave e di altre cerimonie del Papa, accoglie gli straordinari affreschi di Michelangelo, che ricoprono la volta e la parete di fondo. Artisti, poeti, cantanti, semplici curiosi: tutti hanno dedicato commenti a un'opera che lascia davvero colpiti per il suo splendore e il suo realismo. Altrettanto grande è l'emozione che si prova davanti alle pareti affrescate da Raffaello, al secondo piano del palazzo Apostolico. Il capolavoro prese forma negli anni tra il 1508 fino al 1520, dando vita alla Stanza dell'Incendio, di Eliodoro, di Costantino e della Segnatura, che fu la prima ad essere decorata dal pittore, tra il 1508 e il 1511, e che ospita la famosissima “Scuola di Atene”. Serve tempo, si è detto. Ne serve anche per uscire da un tempio di arte, che si trasforma in un vero e proprio labirinto. Corridoi infiniti, sfarzo e colori che quasi stordiscono per la loro ravvicinata sequenza; scalinate maestose che portano in un'ala nuova, diversa ma ugualmente straordinaria. Sulle pareti si aprono grandi finestre da cui si gode un panorama mozzafiato: i giardini vaticani. Verde lussureggiante, palazzi imponenti sotto il cielo romano, che di per sé è già un capolavoro. Con l'aiuto degli assistenti, disseminati lungo tutto il percorso, si trova la strada che porta all'uscita. Con l'inevitabile pensiero, però, di tornare presto.

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