La roverella di Illorai nel bosco delle meraviglie
Comune e Pro Loco organizzano nel piccolo paese del Goceano due giornate di studio sulla quercia plurisecolare regina d’Italia e d’EuropaPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Un albero senza tempo, nel bosco di Montes de Artu. La roverella di Illorai, pianta monumentale consacrata ufficialmente da un decreto regionale del 2015, è la quercia più maestosa d’Italia, simbolo di un territorio custode di un grande tesoro ambientale. Il piccolo Comune del Goceano ha catalogato, infatti, ben 24 alberi monumentali. Una concentrazione sorprendente di querce e roverelle imponenti. Quella più famosa concorre al primato europeo assieme a una quercia plurisecolare di Burgos, in Spagna, e deve tutto alla sensibilità di tre persone che nel 1977 riescono a salvarla dall’abbattimento che avrebbe prodotto legna da ardere a volontà. L’allora studente di Scienze forestali Graziano Nudda, futuro direttore di Forestas e della Protezione civile regionale, il comandante della stazione forestale di Bono, Domenico Paba, e la guardia forestale Mario Pisano evitano lo scempio del taglio a cui viene destinato preservando chiome e tronco di questo indiscusso patriarca verde che campeggia anche nelle pagine del libro “Attaccati alle radici” di Enrico Spanu e Lello Caravano. Come sottolineano i due autori non è facile dare un’età certa. Per l’illustre botanico Ignazio Camarda è senz’altro “su chercu pius bellu”, come lo definisce in una bella poesia in limba. Ma nei suoi studi riconosce la complessità della datazione citando la roverella di Tres Mojones a Huerta Arriba, nel nord della Spagna, che ha dimensioni simili e un’età stimata in 800 anni. Più o meno la stessa della roverella di Montes de Artu.
Ora Illorai vuole valorizzare questo gioiello plurisecolare che vive nel bosco di Sa Melabrina, a 850 metri di quota, primeggia con un’altezza di 29 metri e un diametro alla base del tronco di 1150 centimetri. Il Comune e la Pro Loco Aps organizzano due giornate di studi con tanti ospiti e un pensiero speciale dedicato proprio a Camarda, docente dell’università di Sassari molto stimato, autore di numerose pubblicazioni di grande valore scientifico e divulgativo sulla biodiversità della Sardegna. A 11 mesi dalla scomparsa, in suo ricordo verrà messa a dimora una pianta assieme ad altre in omaggio a due botanici italiani: Edoardo Biondi e Sandro Pignatti. Non solo: ne saranno messe a dimora anche una per ogni neonato dell’anno. Il 2025 porta a Illorai quattro nascite, altre due sono attese nelle prossime settimane. Numeri incoraggianti per una piccola comunità che come tante altre fatica a reggere il peso del decremento demografico.
L’amministrazione comunale, guidata dal sindaco Gianluca Grande, con la Pro Loco Aps presieduta da Mario Cossu, scommette sulla valorizzazione del patriarca di Montes de Artu con due giornate intense e articolate, in programma il 20 e il 21 novembre. Nella fattoria didattica Parco di Iscuvudè si svolgerà il convegno col patrocinio di Anci Sardegna, Comunità monta del Goceano, Università di Cagliari e Sassari, Centro conservazione biodiversità-BG-Sar, Agris, Forestas, Laore, Corpo forestale, Viola Eugeniae Parl, Associazione Patriarchi della natura in Italia, Issla (Istituto sardo di scienze, lettere e arti). Ospiti tanti studiosi e tecnici nazionali e internazionali. Parteciperanno l’arboricoltore americano Doug Still, ideatore e curatore del podcast e programma radiofonico “This old tree” sugli alberi storici, l’agronomo spagnolo José Plumed Sancho, massimo esperto della potatura dei grandi alberi e collaboratore all’Orto botanico e all’Università di Valencia, l’intellettuale sardo Bernardo De Muro.
La giornata conclusiva prevede la piantumazione di nuovi alberi a Iscuvudè e l’escursione guidata a Sa Melàbrina, alla scoperta della quercia plurisecolare in mezzo al bosco delle meraviglie con la declamazione della lirica “Su chercu pius bellu”, composta da Ignazio Camarda. In programma anche un omaggio poetico-letterario di Tiziano Fratus alla bellezza e alla memoria degli alberi monumentali.
Il comitato scientifico riunisce Gianluigi Bacchetta, Simonetta Bagella, Antonio Casula, Gianluca Cocco, Giuseppe Mariano Delogu, Emmanuele Farris, Mauro Fois, Bernabè Moya, Giovanni Piras, Giuseppe Brundu.
«La valenza ecologica e il ruolo ambientale degli alberi e delle foreste vetuste e la relativa conservazione e tutela nell’interazione tra uomo e natura saranno vivificati da un decalogo conservativo operativo. Un messaggio formativo verso i monumenti naturalistici plasmati dal tempo, per riappropriarsi della natura e riposizionarla al centro delle individualità e vita di comunità», spiega Cristoforo Puddu, tra gli organizzatori dell’evento nel quale Illorai vuole scommettere tanto, consapevole che il bosco è uno scrigno straordinario e un richiamo affascinante per molti visitatori, come un viaggio nel tempo guidato dalla forza della natura.
