In fondo la diversità è sempre stata parte del fascino indiscusso dell’Inghilterra: la guida a sinistra, la sterlina mantenuta e difesa mentre tutti gli altri cedevano all’Euro, fino al più banale rito quotidiano del tè al posto del caffè. E ora la Brexit ha concesso al governo di Boris Johnson una restaurazione non da poco: l’addio al sistema metrico decimale imposto due decenni fa dall’Unione europea, e il ritorno alle misure imperiali, ovvero libbre (pounds) e once (ounces). Nei mercati la frutta e la verdura non si peseranno più in chili o etti, a cui tanti negozianti della vecchia guardia si erano abituati malvolentieri. Si tornerà al passato, che da queste parti nessuno ha mai scordato anche perché non è mai stato abbandonato veramente.

Il sistema imperiale negli ultimi decenni ha corso parallelo al metodo decimale. Introdotto dal British Weights and Measures Act del 1824, è stato utilizzato in tutto l'Impero britannico fino alla fine del XIX secolo. E il Regno Unito ha continuato a usarlo nonostante le normative europee  grazie ad un'eccezione ad hoc per i sudditi della regina Elisabetta: le merci potevano riportare, a fianco alle misure decimali, anche quelle del sistema imperiale.

Il ripristino delle misure imperiali è una promessa fatta da Boris Johnson nei giorni del suo insediamento a Downing Street, e qualcuno la vede anche come una vittoria postuma per Steve Thoburn, il fruttivendolo passato alla storia come “il martire della metrica”, che venne condannato a sei mesi di carcere per aver venduto un casco di banane in libbre invece che in grammi. Johnson, che al tempo dei fatti era direttore dello Spectator, il settimanale conservatore, si era espresso contro la “mostruosità” di “costringere i britannici a usare le misure di Napoleone”. Ora è arrivata la vendetta.

Nelle distanze stradali il sistema metrico non aveva mai fatto breccia nella cultura anglosassone. La lunghezza delle strade è sempre stata espressa in miglia (un miglio: 1.609 metri) e non in chilometri. Una impermeabilità reciproca: in gran parte dell’Europa e sicuramente in Italia quasi tutti devono ricorrere alle tabelle – ora Google dà una mano – per convertire i pollici (25,4 millimetri) e i piedi (304,8 millimetri). Ma nel sistema imperiale, quando si parla di lunghezza, ci sono anche la mano (101,6 millimetri), la spanna (228,6 millimetri) il gomito o cubito (457,2 millimetri), poi la iarda o yard (l’equivalente di tre piedi, 914 millimetri), il braccio (due yard), la barra (5 metri) la catena (20 metri) il furlong (201 metri). E che dire del sistema per misurare la massa: i punti fermi sono l’oncia (28,3 grammi) e la libbra, pari a 16 once (453 grammi). Prima e dopo si trovano il grano (1/7000 di libbra, ovvero 64 mg), la dramma (un ottavo di oncia), lo stone (14 libbre) il quarter (2 stones), l’hundredweight (4 quarters, circa 51 chili) e il long ton, circa una tonnellata.

E nei pub inglesi tornerà anche lo stemma con la corona reale sui boccali di birra, un sistema introdotto nel 1699 per stabilire fin dove deve essere riempito un bicchiere per arrivare a una pinta (nel 2006 venne sostituito dal meno poetico marchio Ce di conformità europea). La pinta si usa per misurare la capacità, e corrisponde a 568 ml. Certo, quando si parla di birra, la pinta viene utilizzata nel resto del mondo e anche in Italia, dove solitamente i bicchieri vengono riempiti fino a 400 ml. La classica “zeroquaranta” è sempre stata chiamata impropriamente – a questo punto va detto – pinta, quando in realtà mancavano 168 millilitri per esserlo.​​​​​​​ Un dettaglio non da poco.

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