Nelle stesse ore in cui la borsa proiettava verso l'alto i titoli di Pfizer e Moderna, gli annunci sull'efficacia dei vaccini hanno fatto crollare i titoli di Netflix e Zoom, che in questi mesi avevano accumulato valore grazie alle nuove abitudini dettate dal virus. I mercati finanziari sono così: c'è sempre qualcuno che piange mentre altri festeggiano, un po' come nelle guerre. L'economia che ha affrontato a mani nude due ondate di Covid - e altrettanti lockdown, almeno in Europa - uscirà provata da questo 2020, ma non tutti saranno più poveri. Anzi. Nella crisi, come sempre, c'è chi regge meglio o addirittura moltiplica i guadagni, cavalcando l'onda meglio degli altri. Non a caso il New York Times ha definito la pandemia una "trading and investment bonanza" per gli operatori di Borsa. Tradotto: una miniera d'oro. Prendete la Biontech, azienda tedesca che sta sviluppando il vaccino insieme alla Pfizer. Le azioni in poche ore sono aumentate del 15%, salendo fino a 106 dollari. Ora la startup vale 25 miliardi di dollari, una cifra che agli osservatori economici appare sproporzionata al bilancio 2019, chiuso con perdite per 180 milioni di euro su un fatturato di 110 milioni. Ovviamente anche la Pfizer, casa farmaceutica di ben altre proporzioni, ha monetizzato gli annunci sulla fase 3 della sperimentazione vaccinale. Gli aspetti da chiarire sono ancora tanti (copertura, numero di dosi necessarie, modalità di conservazione) ma gli investitori hanno scommesso in massa sulla società, che dovrebbe produrre 50 milioni di fiale entro la fine dell'anno e 1,3 miliardi nel 2021. Pfizer, nella prima seduta utile dopo gli annunci sull'efficacia al 90% dell'immunizzazione, ha guadagnato il 10% in Borsa.

Le case farmaceutiche non solo le uniche ad essersi arricchite grazie alla pandemia. Da marzo a oggi hanno aumentato il proprio valore due colossi della finanza mondiale come Amazon e Netflix. Mentre tutto il mondo era costretto a stare a casa per evitare i contagi, le due aziende hanno registrato un incremento degli incassi: 28% per Amazon e 32% per Netflix. La società di Jeff Bezos è arrivata così a raggiungere una capitalizzazione di 1.185 miliardi di dollari, grazie al dirottamento sul versante on line di tantissimi acquisti. Lo stesso ragionamento si può fare per il canale di streaming. Con cinema e negozi chiusi gli acquisti sul web, che già erano in crescita, si sono radicati nella quotidianità di ognuno di noi.

Un altro aspetto dell'economia mondiale riscritta dal coronavirus è la polarizzazione sempre più accentuata. Insomma: i poveri diventano più poveri, e i ricchi diventano più ricchi. Non è una novità: secondo la ong Oxfam i 2.153 miliardari del mondo detengono il 60% della ricchezza globale, ovvero hanno più soldi di quanti ne possiedono tutti insieme 4, 6 miliardi abitanti della Terra. Ma negli ultimi mesi questa tendenza si è consolidata ancora di più.

Sappiamo, ad esempio, che a metà ottobre il patrimonio personale di Jeff Bezos (Amazon) è arrivato a 192 miliardi di dollari, (+69,9% da marzo). Quello Mark Zuckerberg (Facebook) ha toccato quota a 97,9 miliardi, (+78,6%), un traguardo a cui si sta avvicinando anche Elon Musk (Tesla) con i suoi 91,9 miliardi (+273,8%). Ma il lockdown è stata una manna dal cielo anche per il fondatore e amministratore delegato di Zoom, Eric Yuan, passato da 5,5 a 24,7 miliardi di dollari (+349%) grazie alle videoconferenze cui siamo stati obbligati a ricorrere. Il valore delle azioni, come detto, è salito costantemente dall'inizio della pandemia, ma ha subìto una battuta d'arresto con l'annuncio dell'efficacia dei vaccini. Si sale e si scende dall'onda. Ma i trader di Borsa sanno sempre come rimanere a galla.
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