Si sono concluse con successo a Cagliari e a Sassari le prime due tappe della “Festa del Gusto”, la manifestazione organizzata da “Invitas”, guidata da Alessia Littarru e Ivan Scarpa, che ha riportato in piazza i fieristi, categoria fortemente penalizzata dalle restrizioni dovute al contenimento del Covid.

Piazza Giovanni nel capoluogo sardo e l'Ippodromo a Sassari si sono ripopolate, finalmente sono tornati gli stand dell'agroalimentare, dell'artigianato, gli street fooders con le loro ghiotte specialità regionali e da diversi paesi del mondo, i sapori della cucina internazionale. Tutto si è svolto in sicurezza, con l'area recintata, stand distanziati e misure per evitare assembramenti.

La carovana della Festa del Gusto proseguirà fino a settembre per altre tappe tra cui Villasimius, Arzachena, Capoterra, Santa Lucia di Siniscola, Carbonia. Oltre allo street food, è stata allestita un’area specifica per l'artigianato e l'agroalimentare. I piccoli produttori di nicchia hanno messo in vetrina miele, olio extravergine, bottarga, tartufo sardo, salsiccia, formaggi, verdura bio.

«Vicinanza piena a una delle categorie più penalizzate dalla pandemia - ha sottolineato Alessandro Sorgia, assessore al turismo e alle attività produttive del Comune di Cagliari che patrocina la manifestazione cittadina - esprimo grande soddisfazione e anche un pizzico di emozione per questa iniziativa che segna la ripartenza per tante famiglie ridotte allo stremo, le cui attività sono legate alle sagre e alle fiere. Ho difeso queste categorie anche in pieno lockdown perché ritengo siano state ingiustamente più penalizzate rispetto ad altre. Parliamo di attività all'aperto con gli opportuni distanziamenti per non creare assembramenti. Dunque si riparte e in sicurezza, gli organizzatori hanno recintato l'area e previsto le misure adeguate».

Una settantina di espositori hanno allestito il loro bancone. Si riprende a lavorare, dopo tanta sofferenza, e tutti tirano un bel sospiro di sollievo. Tanti hanno ricominciato proprio da Cagliari. Sono arrivati da Sicilia, Puglia, Liguria, Lazio, Emilia Romagna. Nei loro occhi la gioia di ripartire dopo essere stati costretti a chiudere l’attività per un lungo periodo. Da uno stand all'altro diverse le voci di chi ha dovuto rinunciare a lavorare, a portare la pagnotta a casa. Tra questi anche Filippo Accetta, il fiorista conosciuto per le tante manifestazioni di protesta che lo hanno visto in prima fila anche davanti a Montecitorio.

«Ci hanno bloccato l'attività il 27 febbraio 2020, a Roma – racconta – ci hanno fatto smontare tutto con la Fiera già allestita. È iniziato l'incubo. Siamo rimasti 16 mesi fermi, hanno riaperto altre attività, e le nostre sempre chiuse. Stanco di ricevere solo promesse, di essere inascoltato avevo deciso di farla finita. Mi ha salvato la polizia. La sofferenza, il vedere sfumati i sogni di una vita era troppa. La solidarietà è arrivata dalla Sardegna con una colletta per darmi una boccata di ossigeno. Non lo dimenticherò mai, un gesto che mi ha scaldato il cuore e ridato fiducia e speranza».

Marcella Antinori ha finalmente allestito il suo "Gioias de Sardynia", bracciali, collane, orecchini, frutto della sua creatività: «Questa ripartenza ha davvero il sapore della gioia dopo essere rimasta ferma un anno. È stata una cosa devastante. Mi dicevano “approfitta del tempo per creare”, ma per la prima volta la creatività si è spenta, ero demoralizzata mi sentivo abbandonata dallo Stato, senza tutele, gli aiuti erano niente. Ci siamo dovuti reinventare, come i miei nonni in tempo di guerra, il non avere la certezza per il futuro ti spegne la creatività. Quando sono arrivati i primi segnali della ripartenza, il mio cervello si è rimesso in moto. Quando sentivo mia nonna parlare della guerra mi diceva che finito l'incubo la cosa più bella erano gli abbracci. Per noi non è stato possibile nemmeno questo. Ma l' importante è essere ripartiti».

Un sospiro di sollievo anche per Giorgio Saba, apicoltore de "L'Isola del miele": «Un tempo c'era la ressa davanti al.nostro bancone, la gente voleva assaggiare e poi acquistava i nostri vasetti. Con le fiere siamo fermi da due anni. Ora si riparte, ma è una incognita speriamo che ritornino i bei tempi». E c'è chi ha scelto proprio la Festa del Gusto per il battesimo dell' attività, come Milena Esposito e Emilio Pisaniello con il loro “negozio viaggiante” e un’accurata selezione di bottarga, vino, olio, scelti da piccoli produttori di nicchia, vere eccellenze agroalimentari, 100 per cento made in Sardegna. Il refrain è sempre lo stesso: «Il Covid ci ha messo in ginocchio. Ci siamo dovuti reinventare una professione con il “negozio viaggiante”. Ripartiamo dalle piazze per proporre le eccellenze, i tesori della Sardegna, le cercano i turisti e ancora di più i sardi».

Soddisfatta Alessia Littarru, presidente di Invitas, che organizza da dieci anni la Festa del Gusto: «Il ritorno alla normalità ha il sapore del gusto, della tradizione, ma anche dell'atmosfera di festa, dello stare assieme, del ritrovarsi, guardarsi negli occhi, nel rigoroso rispetto delle norme anti Covid». Dalle 10 a mezzanotte, la possibilità di gustare i panzerotti gourmet pugliesi, la marineria romagnola, arrosticini abruzzesi, maialetto sardo, le carni argentine e brasiliane, trofie al pesto ligure, maxi burger cotti a bassa temperatura, hot dog, brebei burger. E ancora bomboloni giganti, crespelle, torroni, arancini e cannoli siciliani e altri dolci tipici dell'Isola, la carapigna. Tra le novità della Festa del Gusto 2021, il “beer bus”, un vecchio scuolabus riadattato per contenere oltre 30 spillatrici. L’occasione per assaggiare birre provenienti da tutto il mondo, Sardegna compresa. Uno staff di una ventina di persone ha reso possibile il corretto svolgimento della manifestazione.

 

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