La Cisl chiede alla Regione uno scatto in avanti sulla spesa delle risorse europee. E’ lo stato degli investimenti che interessa e di cui il sindacato chiede condivisione alla Regione. Per avere contezza della spesa delle risorse finanziarie previste dalla programmazione europea (tra Pnrr, Piano Sviluppo e Coesione 2021-2027, Fesr e Fse+ 2021-2027, Jtf) e di quali interventi siano stati avviati, a favore di chi e in quale stato di avanzamento si trovino, il sindacato guidato da Pier Luigi Ledda ha lanciato un appello alla Regione.

Cabina di regia. Per la Cisl occorre ripristinare la Cabina di regia della programmazione unitaria («sviluppata durante la Giunta Pigliaru ed abbandonata nella precedente legislatura»), che favorisca un coordinamento all’interno della Regione tra i diversi soggetti responsabili della gestione e, al tempo stesso, costituisca anche un momento di confronto e valutazione partenariale con sindacati, associazioni di categoria, Enti locali. «Chiediamo alla Presidente Todde», prosegue Ledda, «che venga condiviso immediatamente un rapporto di avanzamento delle principali fonti finanziarie (Fondi Regionali, Pnnr, Piano Nazionale Complementare, Piano Sviluppo e Coesione, Fesr, Fse+, Jtf) che permetta di conoscere dotazioni, impegni e spesa alla data attuale per linee di intervento (possibilmente omogenee), interventi, soggetti beneficiari e stati di avanzamento (con particolare riferimento a quelli di maggiore ammontare e operanti in settori strategici, quali sanità, istruzione, trasporti, energia e industria)».

La situazione. La richiesta di Ledda parte da una rifllessione: «Partiamo dal dato di oltre 9 miliardi di euro nella disponibilità regionale tra le diverse fonti delle programmazioni pluriennali. Di tutto questo ammontare di risorse», sottolinea il segretario generale della Cisl sarda, «non si dispone di un quadro chiaro ed affidabile quanto a dotazioni, impegni e spesa alla data attuale. La stessa attuazione dei programmi è variamente attribuita ad autorità di gestione e/o responsabili presso presidenza e/o assessorati, senza alcun coordinamento unitario che assicuri una programmazione organica ed eviti sovrapposizioni, ridondanze e favorisca la complementarietà degli interventi. In particolare, su Fesr e Jtf (il cosiddetto Fondo per la Transizione Giusta) si registra un preoccupante ritardo, ben testimoniato dalle risorse messe a bando che, se si esclude quelli di Assistenza Tecnica, per il Fers ammontano a solo l’1% della dotazione e per il Jtf al 22%. Ma - avverte Ledda - con vincoli di spesa analoghi a quelli Pnnr, più stringenti rispetto agli altri fondi europei. Anche su Fse+, seppure i bandi finora esitati ammontino complessivamente al 23,5%, si registra un ritardo in particolare su alcune priorità (“Inclusione e lotta alla povertà” e “Occupazione giovanile”) che hanno evidentemente un grande rilievo». Da qui la richiesta di condivisione dell’avanzamento delle principali fonti finanziarie europee.

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