Sting ha settant’anni. Inutile dire che non li dimostra. Chi non vorrebbe invecchiare come lui. Rockstar planetaria, paladino dell’ambiente e dell’impegno sociale. Sting invecchia meglio del suo vino, forse per merito della meditazione che tanti altri pregi avrebbe.  E per festeggiare Sting, all’anagrafe  Gordon Matthew Thomas Summer ha fatto un altro disco, The bridge, uscito a novembre.

Il 22 aprile 2022, Covid permettendo, sarà a Torino e il 19 luglio a Parma. Nel frattempo Sting vive in Toscana, in una tenuta di 350 ettari, dove produce vino, vende cibo biologico e ha pure aperto una pizzeria.

Sting è un rarissimo caso di un’artista diventato una star con una band dal successo planetario come i Police e che da solo è riuscito a costruirsi una carriera altrettanto di successo e ancora più sorprendente. C’è una forza scatenante in tanto successo: una motivazione feroce. È celebre un’intervista del lontano 1987, a Perugia, quando a Umbria Jazz fu protagonista di un magico concerto con Gil Evans disse: “Io sono stato povero e non l'ho mai dimenticato. Di una cosa sono sicuro: non voglio più essere povero”. E' nato in una famiglia modesta nella periferia nord di Newcastle, ha fatto parecchi mestieri saltuari compreso l'insegnante, e una gavetta durissima. Poi ha incontrato Stewart Copeland e Andy Summers, ha fondato i Police. Ha mischiato reggae, pop, rock, potendo contare sul suo talento e su quello straordinario dei suoi compagni di avventura. I Police sono un genere musicale a parte. Hanno creato un suono subito riconoscibile.

Sono nella Hall of Fame del Rock'n'Roll e padri di una serie di hit patrimonio dell’umanità. Eppure Sting, da solo, è andato oltre. Dal suo esordio nel 1986, mescolando ancora le carte nella sua passione per il jazz. Oggi in radio spopola Rushing water. Un tuffo negli anni ’80. Così la spiega lo stesso artista. “L’acqua è un simbolo femminile, riguarda la donna e quanto sia potente nella mia vita. Nella religione parliamo di Gesù, il figlio di Dio. Io parlo invece della figlia di Dio perché penso che l’entità femminile sia più potente. L’uomo dovrebbe accettare di avere in sé stesso una metà femminile, è la parte di sua madre, la parte sensibile, la parte che può compromettere, che può fluire. Non importa quanto tu sia “macho”.Tutti quegli aspetti simbolici dell’acqua, dei fiumi e della pioggia sono molto importanti per me, sono nato vicino ad un fiume… ovviamente, come cantautore, è un simbolo che puoi usare sempre… e le persone lo capiscono. Lo capiscono perché noi tutti siamo acqua. Come le maree, siamo influenzati dalla Luna che attira l’acqua nel nostro corpo.” Il problema di questo uomo non qualunque è che dice un sacco di cose intelligenti.  A rifinire il Sting sound, molto imitato (presenti sul pianeta terra numerosi cloni), bravissimi musicisti. In primis la chitarra di Dominic Miller. E poi Josh Freese (batteria), Branford Marsalis (sassofono), Manu Katché (percussioni), Martin Kierszenbaum (piano), Fred Renaudin (sintetizzatori) Con questa gente poteva venire male?

Negli anni Sting qualcosa ha combinato. Ha recitato in numerosi film, alcuni dimenticabili, come il primo Dune, ha l'impronta sulla Walk of Fame, è Commendatore dell'Ordine dell'Impero Britannico, Cavaliere dell'Ordine delle Arti e delle Lettere in Francia ed è stato insignito del Kennedy Price. Come tutti sanno è inoltre un'icona dell'impegno a favore dei diritti dell'uomo, sostiene da decenni Amnesty International, ha sostenuto le madri di Plaza de Mayo, gli indigeni della foresta pluviale, è stato una delle voci di Band Aid e uno dei protagonisti di Live Aid. Oggi è un fiero oppositore della Brexit e ora è un altrettanto entusiasta sostenitore dei vaccini contro il Covid. Questo fa apparire abbastanza riduttivo quello disse a fine anni ’80 Antonello Venditti nella sua Rocky, Rambo e Sting. “Si è messo in diplomazia lasciando sola la polizia”.

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