«Mai visto niente di simile». Persino Vigili del fuoco, con trentennale esperienza alle spalle, sono rimasti quasi disarmati davanti alla devastazione provocata dagli incendi di fine luglio nel Montiferru, in Planargia e Grighine. Un colpo al cuore per un intero territorio. Il fuoco però non ha lasciato il segno soltanto nella natura e nell’economia: le fiamme hanno ferito nell’intimo le popolazioni che hanno vissuto l’angoscia dell’avanzare del fuoco, che hanno visto andare in fumo i sacrifici di una vita. E adesso si deve pensare anche a questo dramma interiore come ha ricordato Graziano Pinna, neuroscienziato oristanese e professore all’Università dell’Illinois a Chicago, Dipartimento di Psichiatria. Sempre legatissimo alla sua terra, Pinna ha seguito con molta attenzione i giorni drammatici in cui il fuoco non dava tregua e adesso si sofferma sugli effetti che simili fenomeni possono lasciare nelle persone dal semplice stato di ansia al cosiddetto Disturbo da stress post traumatico.

L’impatto emotivo

Spenti i focolai, c’è voluta oltre una settimana per domare completamente le fiamme e bonificare la vastissima area compromessa, adesso si cerca di ripartire. Istituzioni in campo per destinare aiuti e investimenti alle attività in ginocchio, progetti mirati per tutelare natura e paesaggio, altri per salvare gli animali. Ma c’è anche un altro aspetto da non sottovalutare: le ferite lasciate nelle persone che hanno dovuto affrontare paura, incertezza e scoramento per quanto stava accadendo. «È un problema che sta emergendo in diverse parti del mondo – ha spiegato il neuroscienziato – .  Adesso che sono sempre più frequenti incendi di vaste proporzioni ma anche eventi come uragani, inondazioni e ondate di calore sempre più drammatiche, molti Paesi si ritrovano a dover fare i conti anche con l’impatto di questi fenomeni sulla salute mentale». Sempre più spesso i sopravvissuti a questi disastri vivono «un drammatico aumento di depressione, del disturbo da stress post-traumatico (PTSD), dei disturbi d’ansia e nei casi più estremi persino pensieri suicidi».

Graziano Pinna, neuroscienziato oristanese, 55 anni
Graziano Pinna, neuroscienziato oristanese, 55 anni
Graziano Pinna, neuroscienziato oristanese, 55 anni

Graziano Pinna ricorda alcuni dati epidemiologici: «Dal 10 al 30% dei sopravvissuti a un incendio sviluppa condizioni di salute mentale diagnosticabili, tra cui PTSD e depressione –spiega - Un altro 50% può soffrire di gravi effetti subclinici che svaniscono con il tempo». E da studi effettuati su queste popolazioni emerge che «molte persone si sentivano fragili e meno capaci di gestire lo stress. Persino l’odore del fumo può scatenare attacchi di panico quando si sviluppa il PTSD dovuto ad un incendio tanto che non si può accendere nemmeno una candela». Possono iniziare incubi, ansia o pensieri incontrollabili. La maggior parte delle volte questi sintomi sono temporanei, durano da poche settimane a qualche mese, ma a volte possono trasformarsi in un problema permanente in cui potrebbe essere necessario un aiuto medico.

I dati

Inoltre dagli studi effettuati sugli incendi che hanno colpito la California nel 2017 e nel 2018 emerge che non solo le persone sopravvissute manifestano simili problemi, ma anche coloro che hanno attivamente lavorato sotto condizioni estreme per spegnere l’incendio. I vigili del fuoco soffrono di PTSD a tassi paragonabili a quelli dei veterani di guerra. «Questi studi in America sono importanti perché possono offrire informazioni utili per aiutare la popolazione sarda che ha appena subito un trauma simile», sostiene il neuroscienziato. Ci sono ovviamente categorie più a rischio, persone già fragili, donne o bambini. Nei più piccoli inoltre il quadro è ancora più delicato perché i sintomi possono riaffiorare e persino aumentare durante la vita adulta, avere delle ricadute o far sviluppare una paura irrazionale ed esagerata alla vista del fuoco. «Per esempio, nei mesi successivi a un incendio, alcuni bambini sembravano timorosi del fatto che, se avessero lasciato la casa, non sarebbero mai più tornati. Quando i bambini sentivano gli elicotteri, si gettavano a terra e sviluppavano crisi isteriche». La maggior parte delle persone che ha subito un trauma dovuto ad un incendio si riprende completamente, molti però richiedono un trattamento psicologico o farmacologico o la combinazione di entrambi. «Promuovere un’assistenza psicologica o psichiatrica affidata a professionisti capaci di affrontare gli esiti delle emergenze è l’unica opzione se la situazione è estrema», chiarisce Pinna.

L'incendio nel Montiferru
L'incendio nel Montiferru
L'incendio nel Montiferru

Per i sintomi minori, può essere utile semplicemente lasciare la zona in cui si è vissuto il trauma, fare una vacanza al mare o distrarsi per cercare di tenere la mente impegnata, fare sport, passeggiate. È anche vero che in questo particolare periodo, con l’emergenza Covid-19 sempre viva, si è in generale più suscettibili e «un altro trauma, come quello causato da un incendio, può aggravare la situazione. Ma in Sardegna c’è un’arma in più ed è la grande solidarietà, il senso di comunità che potranno fare la differenza nella ripresa», sostiene convinto il neuroscienziato oristanese.

© Riproduzione riservata